Monti: "Il Pd? È vecchio: è nato nel 1921"

Per il Prof ora la "gloriosa storia comunista" dei democratici non basta più. Ma è costretto a precisare: "Il Pd non è il Pci"

Il premier uscente Mario Monti
Il premier uscente Mario Monti

Per Mario Monti il Pd ora è diventato un partito vecchio, incapace di "offrire una visione nuova", in quanto nato nel 1921 con il Pci. Il Prof, insomma, dà ai democratici dei comunisti, rimangiandosi quanto detto qualche giorno fa e sollevando un vespaio di polemiche che lo costringe a precisare: "Intendevo riferirmi alla novità della nostra proposta politica. In questi giorni si parla molto di sondaggi e quell' x per cento che oggi ci viene attribuito, trovo sia in risultato molto incoraggiante, se si tiene conto che il nostro e' un movimento nato circa un mese fa".

"Il Pd, ovviamente sappiamo tutti che non e' nato nel 1921, che è l' atto di nascita del Partito Comunista d'Italia", spiega Monti in un comunicato, "Sono partiti che hanno una storia gloriosa, della quale vanno giustamente fieri, ma non tocca a me rifare la storia del Pci o di altri partiti".

Nonostante la precisazione, resta il fatto che in appena dieci giorni tante cose sono cambiate. Prima dello scandalo Mps, il Professore e Pier Luigi Bersani andavano a braccetto, si scambiavano complimenti ed erano pronti a firmare un patto di non belligeranza che li avrebbe portati a conquistare, insieme, la maggioranza. Ma la tegola che si è abbattuta su Siena, che ha gettato ombre su banchieri, tecnici e sulla sinistra, l'idillio è finito. I due bisticciano a distanza, si accusano a vicenda di essere coinvolti, battibeccano ormai quasi tutti i giorni.

Così nemmeno la "gloriosa storia comunista" dalla quale il Pd si sarebbe affrancato di cui parlava Monti solo il 22 gennaio, basta più. Allora, i democratici non avevano battuto ciglio. Ma ora che il Prof rimarca la distanza tra le due forze politiche (e lo fa, sostanzialmente, puntando il dito sulla "vecchiaia" del partito di Bersani), l'accostamento con Pci "offende l'intelligenza" del premier dimissionario, come ha detto il capogruppo alla Camera Dario Franceschini, che bolla la battuta come mera "propaganda".

Un'uscita, tra l'altro, che conferma come Monti, dopo aver copiato più volte il

programma elettorale, continui ad andare dietro a Berlusconi per poter ottenere consensi, come conferma il vicesegretario del Pd, Enrico Letta, secondo cui ha preso "una deriva simil-berlusconiana".

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