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Monti: "In tempo di crisi inevitabili tensioni sociali"

Il premier sulla crisi economica: "E' inevitabile il disagio sociale, il paese è segnato da una profonda tensione sociale per la mancanza di lavoro e la difficoltà di fare impresa". Poi chiede più coraggio e nutre timori sul modello Ue

Monti: "In tempo di crisi inevitabili tensioni sociali"

"La crisi economica se non è affrontata con convinzione e coraggio può diventare culturale e di valore" ed "è inevitabile che cresca il disagio sociale, che la precarietà alimenti un senso di malessere, che ci siano segni gravi di incrinatura della coesione sociale".

Mario Monti, intervenendo ad Arezzo davanti a una platea di giovani, parla della crisi economica che attanaglia imprenditori e cittadini, con gli attacchi ai danni di Equitalia e la rivolta contro il Fisco. E aggiunge: "Il paese è segnato ora da una profonda tensione sociale per la crisi, la mancanza di lavoro, la difficoltà di fare impresa".

Per il capo del governo, "è inevitabile il disagio sociale e che ci siano a volte segni gravi di incrinazione dell’unità, si tende a diffidare degli altri e l’insicurezza provoca ripiegamento su se stessi, rabbia, aggressività ma se continuiamo a guardarci con sospetto si alimenta la paura". Ecco dunque che la crisi economica va "affrontata con convinzione e coraggio", altrimenti "può diventare una crisi anche culturale".

Sul quadro politico, il bocconiano ha spiegato: "Faccio stare a tavola, qualche volta anche in senso letterale le forze politiche, perché è il luogo in cui si sta con il nemico per rovesciare l’inimicizia", ribadendo l’importanza del fatto che "forze politiche che si sono aspramente combattute" hanno in comune "la forte volontà di lavorare per il bene del paese".

Il premier ha parlato poi di Unione Europea, muovendo anche una critica: "Ci chiede se l’Unione Europea è ancora un modello o fa passi indietro: tutte e due le cose. Sta facendo passo indietro ma è un modello di grande importanza. L’Italia ha il dovere di contribuire, come fondatore e con una opinione pubblica favorevole, a rimediare i passi indietro e far fare passi avanti".

Inoltre, il presidente del Consiglio ha dichiarato che "oggi penso che quasi tutto il decidere nella politica è guidato dal breve periodo, dai sondaggi e da cosa pensa l’elettorato.

Fosse stato tenuto il 9 maggio 1950 un sondaggio sulla dichiarazione Schuman sarebbe stata affondata l’idea più importante del XX secolo". 

Infine, un accenno al fenomeno dell'immigrazione alla luce dell'avvertimento della Libia in merito alla previsione di nuove ondate di clandestini. "I fenomeni migratori di così vasta portata spesso ci trovano impreparati", ha sottolineato Monti ricordando i "pre allarmi di possibili aumenti degli sbarchi a seguito della situazione in Siria" e precisando che "non si può pensare cessino per miracolo gli arrivi dalla sponda sud del Mediterraneo".
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