Morsa fiscale, altolà del Pdl: ora Monti rischia la sfiducia

Il premier in difficoltà. Alfano e Gasparri in campo: "L'assedio fiscale asugli immobili è intollerabile"

Morsa fiscale, altolà del Pdl:  ora Monti rischia la sfiducia

Roma - Batte il ferro finché è caldo. E a quan­to pare Angelino Alfano non ha alcuna in­tenzione di smettere. L’eccessiva tassazione sulla casa da parte del governo Monti, infatti, resta per il segretario del Pdl un dei temi dirimenti rispetto a un sostegno al­l’esecutivo che, è vero, non è in discussio­ne ma che rischia di creare al partito di via dell’Umiltà (qualunque saràil suo nome e il suo simbolo dopo le amministrative) una discreta fuoriuscita di voti.D’altra par­te, che i tecnici si siano fatti prendere un po’ la mano non lo dimostrano solo le tan­te proteste arrivate al partito e ai parlamen­tari sul territorio, ma pure le simulazioni sull’applicazione dell’Imu che-soprattut­to in alcune grandi città - raggiunge cifre da capogiro.

Ecco perché Alfano ripete che il Pdl - do­po aver «vinto la partita della rateizzazio­ne dell’Imu» - ora «chiede al governo di far sì possa essere una tantum». Perché, spie­ga Alfano, è necessario «aggiustare il tiro ri­guardo alla tassazione sulla casa che è sa­cra e sulla quale grava un fisco troppo pe­sante ». E sarebbe il caso di «compensare eventuali tagli alle tasse sulla casa con cor­rispondenti tagli agli sprechi ed alla spesa pubblica». Una linea sposata in pieno dal capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchit­to che parla di «tassazione insostenibile» su cui «il Parlamento dovrà fare un’analisi assai attenta», lasciando intendere che il Pdl non continuerà a votare a scatola chiu­sa. D’altra parte, spiega il suo vice Osvaldo Napoli, «se il governo continua a rinviare i tagli alla spese non basterà né l’Imu-bis e neppure il ter». E, aggiunge, l’unica cosa che adesso può fare il Pdl è «impedire che ci siano altre tasse, anche se questo doves­se comportare lo sbaraccamento del go­verno ». «L’assedio fiscale alla casa - insi­ste il presidente dei senatori Maurizio Ga­sparri - è intollerabile».

Ma a Reggio Calabria - dove chiude gli stati generali del Pdl della Calabria - Alfa­no ne ha anche per Elsa Fornero, che ave­va detto di avere avuto uno «shock» dalla sua recente visita in terra calabrese solle­vando più d’una polemica. «Anch’io sono sotto shock», le fa il verso il segretario del Pdl. Ma per «la fierezza di un popolo che va avanti anche di fronte alle difficoltà, che fa delle cose belle lontano dall’attenzione dei media e che non si arrende nella lotta quotidiana contro la ’ndrangheta».Una di­screta stoccata al ministro del Lavoro e quindi, almeno indirettamente, al gover­no. E infatti la linea del Pdl continua ad es­sere sul doppio binario tasse-lavoro. Tan­to che­ancora ieri Alfano continuava ad in­sistere sulla cosiddetta flessibilità in entra­ta ripetendo che «non bisogna complicare la vita a chi deve fare le assunzioni» perché «creare difficoltà ad artigiani, imprendito­ri e commercianti non è il metodo miglio­re per rilanciare l’occupazione e l’innova­zione».

Alfano torna poi sul futuro del Pdl. «Sia­mo il più grande partito dell’ala moderata italiana e se i moderati vorranno avere un destino in Italia offriremo loro una pro­spettiva di governo», dice lasciando chia­ramente intendere che non lascerà gestire la partita al centro a Pier Ferdinando Casi­ni. Insomma, «sarà il Pdl il motore del cam­biamento ».

L’importante, puntualizza il governatore della Calabria Giuseppe Sco­pelliti, è che Alfano «salvaguardi il bipolarismo evitando che una piccola percentua­le al centro dello schieramento politico possa condizionare le scelte di fondo del Paese».

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