Moschea, rom e droghe: le risposte che Pisapia non può dare ai milanesi

Il Pdl inchioda il candidato della sinistra con dieci domande: "Le risposte le ha date da deputato di Rifondazione Comunista"

Moschea, rom e droghe:  
le risposte che Pisapia  
non può dare ai milanesi

Milano - Hanno ribaltato il tormentone anti-Cav che piace a sinistra. Mentre Letizia Moratti festeggia in prefettura la chiusura del Triboniano, il Pdl dal gazebo di San Babila chiede provocatoriamente a Giuliano Pisapia «che dice no agli sgomberi» quale strumento intenda adottare «per contrastare le baraccopoli di rom abusivi in città». Semmai diventasse sindaco. Perché il vicesindaco Riccardo De Corato, è convinto che «se il centrosinistra nel 2006 non si è fidata neanche di un prefetto», il candidato era Bruno Ferrante, «figuriamoci se consegnerà la città a un comunista alleato con leoncavallini, centri sociali, radicali. Milano è moderata». Anche il sottosegretario Daniela Santanchè incalza: «Pisapia si è messo giacca e cravatta, il vestito da moderato, ma se lo tolga e mostri come la pensa perché tutti conosciamo le sue proposte da onorevole del Prc». Come la legalizzazione della droga. Che dà il la alla seconda domanda, «come pensa ora di contrastare il consumo, specie nelle aree della movida». Terzo: è contro le ordinanze ma come cancellerà «prostituzione di trans e lucciole?». Ha già dichiarato il suo impegno a realizzare una moschea. Ma poiché i milanesi sono pronti alle barricate, il Pdl sollecita Pisapia a non sottrarsi prima del voto al chiarimento più scomodo, «dica in quale quartiere vorrebbe realizzarla». E «come affronterà l’immigrazione clandestina», cosa farà per garantire la certezza della pena «dopo aver proposto l’indulto ai terroristi?». Tra i suoi supporter ci sono Daniele Farina, coordinatore provinciale di Sel ma anche portavoce storico del Leonka e «condannato per porto di armi abusivo». Domanda: «Il rispetto della legalità vale anche per le occupazioni abusive di stabili provati e pubblici da parte dei centri sociali?». Quelli «che srotolano gli striscioni quando cerchiamo di liberare un alloggio». E infatti De Corato si (e gli) domanda se ha già informato gli alleati rivoltosi visto che proprio a pagina 26 del programma c’è scritto «sarà importante contrastare il fenomeno degli abusivi nelle case popolari». Il sottosegretario Alfredo Mantica e i deputati Mariella Bocciardo e Maurizio Bernardo difendono i valori cattolici e moderati targati Pdl. E domandano a Pisapia quali iniziative laiciste intenda promuovere a Milano «da abortista e dopo aver proposto una legge sull’eutanasia», se la sua idea di famiglia comprenda «le coppie di fatto per cui ha proposto un registro e le unioni tra gay». La Santanchè non ha dimenticato come è stato rapido a chiedere al Pdl di escludere dalla lista l’autore dei manifesti anti-pm Lassini, e gli offre una domanda extra: «Visto che per sua stessa ammissione è stato in carcere per banda armata a causa di un palese errore giudiziario, se un esponente della sua coalizione ricevesse un avviso di garanzia gli chiederebbe un passo indietro?».

Ideatore delle «10 domande» il ministro Ignazio La Russa porta a modello dell’«onestà e correttezza che appartengono alla nostra area politica» De Corato, «il miglior assessore alla sicurezza d’Italia». Anche la Moratti attende le risposte dello sfidante, «noi abbiamo un progetto molto chiaro su tutto, moschea, azzeramento dei campi rom, alleggerimento di quelli regolari».

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