Dimissioni Papa Benedetto XVI

Nel primo giorno da ex preghiera e scrittura Ma il Papa non si ferma

Benedetto XVI non ha modificato la sua agenda, che resta fitta di appuntamenti e udienze. Saluterà anche Napolitano

L'appartamento del Papa è il classico occhio del ciclone. Mentre tutto attorno è un turbinio di incertezze e previsioni, nelle stanze al quarto piano del Palazzo apostolico regna il silenzio. La giornata di Benedetto XVI, la prima dopo la grande rinuncia, scorre via come Joseph Ratzinger se l'immagina dal 1° marzo in poi: «Una vita dedicata alla preghiera», come ha detto lunedì ai cardinali annunciando l'abdicazione.

Martedì non è giorno di udienze e il Papa non ha cambiato abitudini. Ha ricevuto i collaboratori principali lunedì sera fino a tardi e ieri ha preferito chiudersi a pregare e scrivere senza modificare gli orari (sveglia alle 6, messa alle 7, pranzo alle 13,15, cena alle 19,30) né l'agenda messa a punto con il cardinale Tarcisio Bertone, suo braccio destro. Sono ancora numerosi i discorsi che il Papa leggerà in queste due settimane. Ratzinger non rinuncia a nessuno degli impegni già fissati. È sereno, concentrato e deciso, dice il portavoce vaticano padre Federico Lombardi, e intende assumersi fino all'ultimo il carico della responsabilità. Tutto come prima, anche se nulla sarà più come prima: ogni sua parola verrà vivisezionata in cerca di indicazioni per la successione e come testamento spirituale.

Oggi l'appuntamento è doppio e si prevede una grande folla di pellegrini: alle 10,30 l'udienza del mercoledì nell'aula Paolo VI e nel pomeriggio, alle 17, la celebrazione delle Ceneri all'inizio della quaresima in San Pietro. Il Papa ha cancellato la tradizionale processione penitenziale sull'Aventino, che l'anno scorso - per non affaticarsi troppo - aveva aperto a bordo di una vettura elettrica. Dopo aver ascoltato Benedetto XVI, i porporati gli sfileranno davanti a capo chino per ricevere la cenere. «Siamo tutti peccatori - ha scritto il Papa nell'ultimo messaggio su Twitter - ma la Sua grazia ci trasforma e ci rende nuovi».

Domani, giovedì, resta in programma l'incontro con il clero romano. Venerdì il pontefice riceverà la visita «ad limina» dei vescovi della Liguria e del presidente rumeno Traian Basescu. E domenica apparirà alla finestra dello studio per l'Angelus. Subito dopo scenderà il silenzio sui sacri palazzi perché nel pomeriggio cominciano gli esercizi spirituali per la Curia romana, predicati quest'anno dal cardinale Gianfranco Ravasi. Ratzinger riapparirà la mattina di sabato 23 febbraio per la celebrazione conclusiva nella cappella Redemptoris Mater. Domenica, giorno di un altro tipo di elezioni, quelle per il nuovo Parlamento italiano, Benedetto XVI reciterà nuovamente l'Angelus. Nei giorni successivi, come ha annunciato ieri sera Bertone alla cerimonia commemorativa dei Patti Lateranensi, sarà concessa un'udienza speciale al presidente Giorgio Napolitano.

L'ultimo evento pubblico sarà l'udienza generale di mercoledì 27, che probabilmente si svolgerà nell'immensa arena di piazza San Pietro. Sarà il momento dell'addio davanti a migliaia e migliaia di fedeli. Giovedì alle 20 un elicottero porterà Joseph Ratzinger, non più Papa, a Castelgandolfo. Un orario scelto per un motivo banale: è il momento in cui finisce la giornata di impegni. Ratzinger se ne andrà così, semplicemente, consegnando i fascicoli ai collaboratori e chiudendosi alle spalle la porta delle stanze pontificie. L'agenda resta dunque fitta. Ma Benedetto XVI non farà in tempo a pubblicare quella che sarebbe stata l'ultima enciclica. È probabile che il testo verrà pubblicato più avanti senza il sigillo pontificio. «Non lo chiameremo cardinale», ha precisato padre Lombardi, il quale ha escluso che Ratzinger voglia avere un ruolo nella successione: «Non interverrà in nessun modo nel conclave».

Il portavoce della Santa Sede ha anche chiarito lo stato di salute del Papa, che pochi mesi fa ha subìto un piccolo intervento per sostituire le batterie del pacemaker che porta da una decina d'anni, ben prima dell'elezione. Un'operazione di routine per regolarizzare il battito cardiaco. «Tutto ciò non ha avuto nessun peso nelle sue decisioni - ha sottolineato padre Lombardi - L'unico motivo dell'abbandono è la percezione delle forze che diminuiscono con l'età».

Secondo fonti mediche vicine al Vaticano, Benedetto XVI soffrirebbe della cosiddetta «fame d'aria», un problema circolatorio dovuto a una fibrillazione atriale cronica.

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