Cronache

Nella flotta dei clandestini si nascondono pure i ricercati

In meno di 24 ore la Marina soccorre 2500 migranti. Tra loro scovati delinquenti fuggiti per evitare il carcere ma tornati certi dell'impunità

Nella flotta dei clandestini si nascondono pure i ricercati

Ragusa - Settimana record di sbarchi. Sono oltre 6mila gli immigrati soccorsi in mare dalle navi della Marina militare inserite nel dispositivo aeronavale interforze Mare Nostrum. In meno di 24 ore l'Italia ha soccorso una «flotta» di 17 imbarcazioni con oltre 2.500 immigrati provenienti dalle coste del Nord Africa, tra cui donne e bambini.

Numeri da paura. La nave anfibia San Giorgio ha imbarcato 998 persone; il pattugliatore Orione ha trasbordato da natanti in difficoltà oltre 400 immigrati; la fregata Scirocco ne ha caricati 206 e trasferiti altri 94 sulla nave mercantile Glory Tellus battente bandiera panamense, la corvetta Sfinge ne ha soccorsi 113 prima e oltre 200 qualche ora dopo. E poi ci sono i 450 salvati dalla Capitaneria di Porto CP306 trasferiti sulla Motonave Maersk Regensburg (bandiera Hong Kong), altri 175 imbarcati sul rimorchiatore Asso24 e trasferiti sulla motonave Jigawa (bandiera moldava). La fregata Bergamini è approdata ad Augusta con 443 immigrati, tra cui lo scafista, individuato dalla Marina militare. Si aggiungono per completare il quadro i 3.517 stranieri soccorsi in mare tra il 31 maggio e il 1° giugno. Tra questi anche gente con precedenti penali.

L'Italia rappresenta un'ancora di salvezza tanto certa che sono gli stessi organizzatori dei viaggi a rassicurare prima della partenza gli immigrati sull'intervento di navi italiane. Ma preoccupa alquanto che a essere sereni sono pure gli scafisti, già «ascoltati» dalla polizia, mentre si rassicurano vicendevolmente sul fatto che in Italia al massimo staranno «dentro per poco», e, fatto assai grave, che persino chi ha commesso crimini pensi di entrare impunemente in Italia e farla franca. Soggetti con precedenti pèenali, qualcuno ricercato sono sbarcati a Pozzallo. Lo hanno battezzato, infatti, come lo «sbarco dei pregiudicati». Tra i 287 immigrati giunti il 1° giugno diversi maghrebini avevano precedenti penali. C'erano due spacciatori marocchini, uno dei quali deve scontare quasi 7 anni di carcere, con sentenza passata in giudicato, fuggito in Marocco proprio per questo. «Non credevo che in mezzo a tutti gli altri mi avreste trovato», ha dichiarato agli agenti della Squadra mobile di Ragusa.

Sul suo capo pendeva l'ordine di cattura emesso dalla Procura della Repubblica del Tribunale di La Spezia in quanto ha commesso in Italia - per la precisione in Lombardia, in Liguria e in regioni limitrofe - i reati di traffico di sostanze stupefacenti e possesso di armi. Un altro era destinatario dell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip presso il tribunale di Lucca in quanto accusato di associazione criminale finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

Vanno e vengono senza «pudore». È quel senso di impunità percepito che rende ancora più preoccupante quella che appare ormai la trasmigrazione di un intero popolo. «Nessuno è in grado di escludere la presenza di jihadisti tra gli immigrati. Certamente la nostra vigilanza è altissima». L'ha detto il ministro dell'Interno Angelino Alfano a margine di un consiglio Ue affari interni a Lussemburgo in cui si è discusso di immigrazione e della questione dei reduci dalla guerra siriana che arrivano in Europa con possibili intenzioni terroriste, come avvenuto nel caso dell'attentato di due settimane fa al museo ebraico di Bruxelles.

Eppure, il cosiddetto «sbarco dei pregiudicati» la dice lunga su quella sfacciata volontà di alcuni, non certo disperati profughi dalla Libia, di mimetizzarsi tra chi ha bisogno, per potere agire poi in maniera indiscriminata sul territorio italiano.

E intanto il business degli organizzatori di viaggi dalla Libia all'Italia si affina con sconti famiglia e optional.

Si può, addirittura, godere del «privilegio» sul barcone di avere un salvagente sborsando 200 dollari.

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