Nessuno crede alla spending review di Cottarelli

Brunetta: "Prima che impari passeranno 10 anni". E i ministri: "Da noi niente tagli"

Il commissario alla Spesa, Carlo Cottarelli
Il commissario alla Spesa, Carlo Cottarelli

Di blu ha «solo le scarpe», non l'auto perché agli appuntamenti si presenta in taxi, e sui numeri non bada a spese: 32 miliardi di euro, quelli che promette di risparmiare nei prossimi 3 anni con la sua spending review. Progetti ambiziosi, per Carlo Cottarelli, economista del Fondo monetario internazionale, trasferito da New York a Roma, chiamato da Letta come superconsulente del governo per tagliare la spesa pubblica. Una mission impossible a guardare i precedenti tentativi, finiti in dettagliati dossier con miliardi di spese risparmiate, ma solo sulla carta. Non avrà vita facile Cottarelli. Con una «squadretta di sette, otto persone» dovrebbe fare «quel che non sono riusciti a fare prima di lui squadre ben più grosse, ben più rilevanti» l'ha già fulminato Brunetta, capogruppo Pdl, mettendo una croce sopra le generose ambizioni: «Una bravissima persona, un funzionario internazionale che però non sa nulla di spesa pubblica e di spending review. Prima che impari, lui e quelle sette otto persone di buona volontà con lui, passeranno dieci anni». Amen.
Neppure tra ministri più malleabili di Brunetta, che si prepara a fare opposizione con Forza Italia, il «tagliatore» Cottarelli sta trovando grandi sponde. Giovannini, titolare del Lavoro, incontrato venerdì in via XX Settembre, non parrebbe molto convinto del piano di tagli. «Sul welfare non si scherza - si è fatto scappare l'ex presidente Istat, parlando ad alta voce con un collega - che non si sognassero di fare tagli senza prima averli concordati». Un muro alzato anche dalla ministra piddina Maria Chiara Carrozza, Istruzione («Ma come, abbiamo appena investito nella scuola dopo anni di taglie ora ricominciamo? Ogni euro di risparmi andrà tassativamente reinvestito in scuola, università e ricerca») e dal ministro dalemiano dei Beni culturali, Massimo Bray: «Da noi hanno già tagliato tutto, tra un po' non avremo nemmeno i soldi per tenere aperti i musei. I soldi dei risparmi sono nostri». Mugugni anche dai tecnici dei ministeri - segnala Formiche.net - che contano anche più dei ministri, appesi ai cambi meteo della politica. «Ma la spending review si fa col grillismo delle auto blu di Cottarelli?» twitta Stefano Firpo, capo della segreteria tecnica dello Sviluppo economico, scetticismo anche dal consigliere diplomatico della Farnesina, Alessandro Fusacchia, entrambi ex collaboratori di Passera allo Sviluppo economico.
Altro genere di mugugno riguarda il fatto che anche il team «taglia spese» comporta spese. Cottarelli ha accettato di lasciare il Fmi, dove guadagnava - ha detto a Otto e mezzo - 310mila dollari netti l'anno, per un compenso, da commissario governativo, di 258mila euro lordi.

Meno di prima, ma per tre anni (fanno circa 800mila euro, più gli stipendi dei collaboratori) e con un contratto bloccato, anti spoil system (se il governo cade prima, lui resta). Soldi spesi bene, se si risparmieranno davvero 32 miliardi di euro.

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