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“Non funziona”. Calenda stronca l’alleanza lanciata dalla Moratti

L’ex vicepresidente di Regione Lombardia aveva lanciato una piattaforma, nel mirino le Europee del 2024. Ma il leader di Azione ha smontato ogni progetto

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Tante parole, tante proposte ma pochi fatti. Il Terzo polo è imploso subito, gettando alle ortiche proclami e progetti ambiziosi. Dopo aver rotto con +Europa e con il Partito Democratico, Calenda ha messo la parola fine anche all’asse con Renzi. E il leader di Azione non sembra disponibile a nuove alleanze, tanto da stroncare sul nascere la piattaforma lanciata da Letizia Moratti: per l’ex titolare del Mise le sommatorie di sigle eterogenee non funzionano.

Calenda demolisce la proposta di Moratti

“Una rappresentanza molto ampia che fa riferimento a importanti formazioni civiche, a movimenti e partiti di ispirazione popolare, liberale, riformista. Uno schieramento più ampio e diverso rispetto a ciò che viene normalmente definito Terzo polo o centro”: questo il progetto messo in campo dall’ex vicepresidente di Regione Lombardia in un’intervista al Corriere della Sera. Un’alleanza di forze diverse, una sorta di rete formata da mondi diversi e diaspore varie: dai popolari ai riformisti, passando per civici e liberali. Nessuna condizione, nessun leader, obiettivo europee del 2024.

Alla riunione c’era Renzi, ma non Calenda. Il senatore di Rignano s’è detto d’accordo nell’aprire a una formazione decisamente più ampia del Terzo polo, mentre con Calenda “ho condiviso lo spirito dell’incontro e siamo stati in contatto”, ha spiegato Letizia Moratti. Ma l’ex ministro dello Sviluppo economico non sembra particolarmente in linea con i piani dell’ex vice di Attilio Fontana. A poche ore dall’intervista, Calenda è intervenuto in tackle attraverso un post su Twitter: “Lavoriamo al rilancio di Azione con proposte, lavoro sui giovani, territorio. Come andare alle elezioni europee lo decideremo a tempo debito discutendo con chi è dentro Renew e ne condivide progetto e valori. Sommatorie di sigle eterogenee non funzionano per nessuno”.

In altri termini, Calenda non è a disposizione di Letizia Moratti: Azione non farà parte della piattaforma, della rete o come dir si voglia. Alle prese con il rischio di finire con i suoi parlamentari al gruppo misto – tutto dipende da Renzi – il leader di Azione secondo i ben informati vorrebbe tornare a dialogare con il Partito Democratico di Elly Schlein: dopo la rottura arrivata prima delle politiche, il discorso potrebbe riaprirsi ma molto dipenderà dall’atteggiamento dei dem nei confronti del Movimento 5 Stelle. "I modelli Brescia/Vicenza possono essere ripetuti se il Pd riuscirà ad uscire dal guado riformismo/massimalismo, smettendo di inseguire Conte e se i partiti libdem, dopo aver fallito la prova del partito unico, riusciranno a collaborare rispettandosi. Ci sono terreni sui quali si può iniziare a lavorare: 1) Retribuzione minima contrattuale; 2) Sanità; 3) Pnrr. La prossima tornata sono le europee con sistema proporzionale. Campi larghi e altre formule non servono.

Servono invece proposte di merito condivise e argomenti 'sentiti' dalla maggioranza dei cittadini", l'appello di pochi giorni fa.

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