Odissea tra vaglia e contanti È il passato che ci insegue

Il vecchio modulo esiste ancora ed è richiesto, per esempio, per l'acconto della casa vacanze. Ma c'è un'altra difficoltà: non si paga col bancomat

Odissea tra vaglia e contanti È il passato che ci insegue

Chi saprebbe spiegare la differenza fra vaglia ordi­nario, vaglia circolare, vaglia veloce e vaglia internazio­nale? Prima ancora, facendo un passo indietro: chi avrebbe pen­sato che nel 2013 esistesse il va­glia, e anzi fosse necessario per pagare qualcosa? La sottoscrit­ta confessa la sua totale ignoran­za in materia: pensavo, mea cul­pa, che per pagare qualcuno a di­stanza bastasse un bonifico, di quelli comodi comodi, che puoi fare dalla scrivania, due o tre clic sul conto on line, e via. Invece no,no no.Il vaglia esiste (in quat­tro versioni, oltretutto) e ricorda - a noi tutti, che viviamo inconsa­pevolmente e leggermente nel Ventunesimo secolo- che il pas­sato non si scolla dal presente, che certi dinosauri della buro­crazia non si sono mai estinti, an­zi ogni tanto riaffilano i denti aguzzi per pizzicarci di sorpre­sa. Dunque la sottoscritta, dopo avere prenotato una casetta in Liguria per il mese di agosto (la banalità delle banalità, mica un soggiorno sulla Luna...) ha chie­sto alla titolare dell’agenzia im­mobiliare: «Mi darebbe l’Iban per l’acconto?».Risposta:«Il bo­nifico non va bene. O mi porta i contanti,o mi fa un vaglia».La si­gnora ha fornito i dettagli: pare­con le agenzie immobiliari, ligu­ri specialmente (sia detto senza offesa: la sottoscritta lo ha anche sposato, un ligure) non si sa mai - che il bonifico non consenta di separare la quota dell’affitto ve­ro e proprio dalla commissione che spetta all’agenzia;e le due ci­fre sono da indicare separata­mente in un apposito registro di nuova invenzione, sempre nel­l’ottica della semplificazione etc etc. (i tedeschi verranno a pa­gare direttamente in spiaggia? Chissà).

Insomma serviva il vaglia. Che è un foglio normale, ha l’aspetto di un bollettino qua­lunque, non è più di quel colore rosellino di tanti anni fa. In ogni caso richiede, oltre alla compila­zione che fa sempre sudare un pochino, la coda alla posta. Biso­gna anche richiedere prima il modulo, perché non lo trovi esposto in bacheca, quindi: devi aspettare il turno, chiedere il va­glia, compilarlo, e poi aspettare il tuo turno per pagare. «580 eu­ro e 20 centesimi, signora». Che cosa avreste fatto? Io, mea culpa di nuovo, ho allungato il banco­mat (alla posta, questo lo so, non si può pagare con la carta di credito, anche se ne ignoro il mo­tivo). La signora, al di là del vetro che attutisce sempre un po’ il suono delle parole, così che ti senti sempre un po’ più cretino del necessario, si è raddrizzata all’improvviso: «Ma il vaglia non si può pagare col banco­mat ». Il mio sguardo perso non l’ha impietosita. «Lei lo sapeva. Non è la prima volta che fa un va­glia ». Mea culpa inconfessabile. Inchiodata lì, davanti a un ve­tro.
La storia è paradossalmente a lieto fine. Certo, 580 euro e rotti non li prelevi a qualunque ban­comat, ma a poche centinaia di metri c’era uno sportello della mia banca e così, inspiegabil­mente, sono riuscita nell’impre­sa: pagare (mi sono dovuta an­che scusare, è ovvio, e ho dovu­to anche ringraziare la signora della posta per la gentilezza di avermi aspettato).

Nello stesso giorno, proprio appena prima di andare alla po­sta, in casa discutevo del fatto che la nonna di mio marito (an­ni novanta appena compiuti), per controllare la sua pensione, debba consultare il sito del­l’Inps, con il suo codice pin (chiunque abbia provato, sa be­nissimo come le parole «codice pin» siano ingannevolmente in­nocenti: la procedura è este­nuante, e spesso va cambiato perché misteriosamente «deca­de »). È ovvio che questa sia pura teoria: la nonna di mio marito, come la madre della sottoscritta e come migliaia, milioni di pen­sionati, non è in grado di andare sul sito dell’Inps: quindi o lo fa un parente con qualche decen­nio in meno oppure- così succe­de nel paesino della nonna - si va alla posta e ci si fa stampare il cedolino dall’impiegato,pagan­do. Sia chiaro: che l’Inps cerchi di abbattere la burocrazia, ri­sparmiare la carta, evitare le co­de e le mattinate perse (magari di ferie), è fantastico. È una co­mo­dità che sogneremmo in tut­ti gli ambiti della burocrazia infi­nita di questo paese. Ma non è l’ideale per i novantenni,e nean­che per i settantenni.


Anche se è ovvio che quando si cambia qualcuno rimanga in­dietro, anche se è ovvio che non saranno mai tutti contenti, figu­riamoci, la domanda è: c’è una logica? Oltre a complicarci la vi­ta, s’intende. Con grandissimo senso di colpa...
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