Condanna mite, ma condanna. Per Leonardo Domenici, ex sindaco di Firenze e oggi europarlamentare del Pd, il pubblico ministero aveva chiesto quattro anni di carcere per omicidio colposo, indicandolo come principale responsabile della catena di inadempienze che aveva reso possibile la morte di una giovane donna. Ieri, dopo lunga camera di consiglio, il giudice Francesco Maradei infligge a Domenici meno di un quarto della pena richiesta: dieci mesi, con la condizionale. Una sentenza che rifila alla vittima, la ricercatrice della Crusca Veronica Locatelli, l'ottanta per certo delle colpe, accusandola in sostanza di essersi messa in pericolo di sua iniziativa. Ma quel venti per cento che resta è sufficiente a dichiarare colpevole l'ex primo cittadino.
È il secondo processo per i morti di Forte Belvedere, il castello che sovrasta Firenze e che per anni ha ospitato eventi e concerti. Due processi perché due furono i morti, a distanza di due anni. Il primo a precipitare nel vuoto fu Luca Raso, il 2 settembre del 2006. Che la mancanza di protezioni rendesse rischioso il Forte lo avevano detto in realtà anche una serie di altre morti, quelle di cani precipitati dalle mura. Ma nessuno era intervenuto. E, incredibilmente, neanche la tragedia di Luca aveva spinto il
Comune a rompere gli indugi, mettendo in sicurezza il Forte o chiudendolo. Così il 15 luglio 2008 a precipitare era stata Veronica Locatelli, 37 anni, regista e autrice teatrale.
Su entrambe le morti aveva indagato la Procura della Repubblica e si era andati ai giudizi: ma tra lentezze e resistenze che avevano portato le famiglie di Luca e di Veronica a parlare di un clima di pressioni e di condizionamento. «A me, donna di sinistra, questo processo ha fatto scoprire una Firenze che non conoscevo - disse la madre di Veronica - la politica fiorentina ha fatto cose vergognose per evitare che avessimo giustizia. E quando Domenici è stato rinviato a giudizio gli hanno espresso solidarietà. A lui, non a noi».
Per la morte di Luca, venne condannato a un anno un ex assessore. Per la morte di Veronica, sul banco degli imputati, Domenici sedeva insieme a due funzionari comunali e a tre dipendenti della cooperativa che aveva in gestione le attività. Ma sono stati tutti assolti tranne lui, l'ex sindaco, che il giudice ha ritenuto evidentemente il punto chiave della catena di comando. Soprattutto dopo la morte di Luca Raso, era impensabile che la situazione di emergenza al Forte non fosse sotto gli occhi del primo cittadino, ha sostenuto il pubblico ministero che ha chiesto la condanna.
Ma tra la requisitoria e la sentenza è passato un tempo quasi interminabile: la richiesta di condanna per Domenici venne pronunciata dal pm nell'ottobre 2012, ma al momento della sentenza il giudice decise invece che servivano altri interrogatori; nel marzo dell'anno scorso nuova requisitoria e nuova richiesta di condanna; ma prima della sentenza sono passati altri undici mesi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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