Passera, il tecnico bipartisan a caccia del partito perfetto

Repubblica lo accosta a Casini, lui nega ma vuole candidarsi nel 2013. Intanto non perde un congresso

Passera, il tecnico bipartisan a caccia del partito perfetto

Roma - Dietro un super ministro (quantomeno per le deleghe) c'è sempre una super moglie, nel suo caso la bella e rampante Giovanna Salza, già soprannominata «Giovannà», con l'accento finale tipo «Carlà», l'ex first lady francese. Nel senso che Passera sarà premier? Prematuro e incerto, mentre è certa la prosecuzione della carriera politica per l'ex banchiere, che si sta muovendo con abilità, misurando i passi per accreditarsi tra i partiti senza uscire dal raggio di Monti, da cui però prende elegantemente le distanze (specie sulle tasse). Il problema, semmai, è con chi. Passera è stato abbordato da tutte le forze politiche in cerca di tecnici per il dopo Monti. Inviti da tutti, nessuno escluso, sempre accettati. La Lega è all'opposizione e parla di «disastro dei tecnici», però lo invita agli stati generali del Nord, fine mese a Torino, e Passera ci andrà. Il Pd lo invita alla Festa nazionale di Reggio Emilia, e Franco Marini, ex presidente del Senato, vicino a lui sul palco fa l'endorsement («Io vedrei bene Passera nel centrosinistra dopo il 2013»), benedetto da D'Alema («Passera con noi sarebbe un fatto positivo»). Il super ministro gongola ma, diplomaticamente, rimanda: «Cerco di imparare a fare il ministro nel modo migliore e poi si vedrà». L'area di riferimento è stata in passato quella ulivista-prodiana, per cui sfilò, insieme ad altri banchieri, come elettore alle primarie.

Eppure anche il centrodestra ha suonato la cetra per lui, che con Gianni Letta ha un'amicizia solida. Il segretario Pdl, Alfano, in un'intervista ha detto che il partito accoglierebbe Passera «con grande piacere, perché lo stimiamo», il governatore Formigoni, che tesse la tela di un partito del Nord tra Pdl, Udc e Lega, lo ha lanciato come possibile candidato premier del partito berlusconiano. Scatenando i sospetti dell'ala del Pdl che invece vuol chiudere con banchieri e tecnici, senza perciò lasciare il campo ai «neo-democristiani», cioè una ricostituita Balena bianca che, sotto la regia di Casini, punterebbe a Passera come candidato premier. E qui siamo al corteggiamento più sostanziale. Passera è andato alla festa dell'Udc di Chianciano, accolto da Casini sul palco come «uno dei ministri più importanti di questo governo, e un nostro grande amico». Anche lì, da Passera, il consueto riserbo condito da una promessa implicita («Io in politica? Abbiate pazienza...). Ma si dà per fatta la sua scelta per il dopo-Monti, cioè dentro la lista «Italia» in cui confluirà l'Udc di Casini, con l'ingresso di esterni, dalla Marcegaglia ai tecnici cattolici come i ministri Ornaghi e Riccardi. Secondo una ricostruzione di Repubblica, il super ministro avrebbe confidato ai suoi che «quella di Pier è la strada giusta». Ufficialmente, però, smentisce: «Ho sempre detto che se, come e quando deciderò di proseguire anche nei prossimi anni il mio impegno in politica lo dirò chiaramente. Al momento tutte le mie energie sono dedicate nel fare al meglio il ministro del governo Monti».

Tramontato, e anzi trasformato in rivalità, l'antico asse con Montezemolo, finanziato dall'Intesa di Passera per la sua Ntv. Italia Futura, l'associazione che incuba (da anni) la discesa in campo di Luchino, ha stroncato l'Udc e ha tirato una frecciata anche ai tecnici caduti nella «rete a strascico» del nostromo Casini, per un «fritto misto molto confuso». Il riferimento era appunto a Passera, ospite dei centristi in festa.

Casini è in contatto costante con Montezemolo, e ancora adesso, dopo la frittura, lo considera un possibile alleato («marciare divisi ma colpire uniti»). Ma l'avvicinamento di Passera al progetto allontanerà Montezemolo. Troppi galli nel pollaio.

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