È il giorno degli euroscettici, o meglio degli euroscettici sciolti, i battitori liberi privi di alleati che si alleano tra loro. Cavalcano il successo elettorale, anche se i numeri sono quelli di una minoranza combattiva. Finora divisi, ora coalizzano le forze come hanno annunciato ieri in una conferenza stampa congiunta a Bruxelles. Sono il Front National francese di Marine Le Pen (24 seggi), i leghisti di Matteo Salvini (5), il Fpö austriaco fondato da Jörg Haider (4), il Pvv olandese di Geert Wilders (4) e il partito belga Vlaams Belang (1). Le foto di gruppo li ritraggono affiatati, mani sulle spalle e sguardo al futuro.
«Stiamo scrivendo la storia», ha detto Wilders. «Sono orgoglioso di sedere in questa alleanza per la speranza contro tutto ciò che è unico, dalla moneta al mercato», ha aggiunto Salvini. Ma il programma operativo è stato dettato dalla Le Pen: «Cercheremo di ostacolare ogni nuovo progresso della Ue, bloccheremo ogni tentativo di maggiore integrazione europea voluto dai nostri avversari. Vedo che c'è inquietudine tra loro». Salvini ha specificato: «Siamo qui per fare contrapposizione ai trattati che ci svendono. Siamo la prima forza seria e coerente contro l'inciucione fra democristiani e socialisti che si ripeterà anche stavolta».
L'obiettivo numero uno è fondare un gruppo autonomo all'Europarlamento. «Sappiamo che dobbiamo avere sette paesi - ha ammesso Wilders - ma ho fiducia che ce la faremo». Salvini è convinto che «partiamo in cinque ma arriveremo in tanti, anche a dieci, ci saranno problemi di abbondanza». Un gruppo significa soldi e maggiori possibilità di proporre (o ostacolare) leggi e mozioni. E un gruppo euroscettico c'è già: si chiama Europa delle libertà e della democrazia (Efd), raccoglie deputati di varie nazioni ed è guidato dal britannico Nigel Farage, leader dell'Ukip, che non ha nessuna intenzione di allearsi con la Le Pen. La scorsa legislatura aderiva all'Efd anche la Lega, decisa a cambiare perché «Farage rappresenta quegli interessi della Borsa e della finanza inglesi che sono l'esatto contrario delle imprese e degli artigiani italiani».
Il fronte euroscettico non è dunque compatto come sembra. Ma i contatti sono a tutto campo e riguardano anche l'altro partito italiano non allineato, cioè i Cinque stelle. Ieri Grillo è volato a Bruxelles per incontrare Farage forse per preparare la confluenza nell'Efd. Martedì un collaboratore di Farage aveva visto Gianroberto Casaleggio a Milano. Al ritorno a Linate, Grillo ha cercato di evitare i cronisti: «Adesso stiamo solo sondando. Mi appello al quinto emendamento. Vedrete tutto sul mio blog». Dall'interno del movimento arriva la conferma che nei prossimi giorni ci saranno altri incontri; quello che viene escluso categoricamente è un avvicinamento con il Front National e la Lega. «L'accordo con Farage è un'ipotesi. Grillo vedrà anche altri», ha detto il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio.
Anche Salvini esclude convergenze con Grillo. Ma i due si sono incrociati ieri mattina a Malpensa e si sono imbarcati sullo stesso volo per Bruxelles. «Una chiacchierata amichevole, abbiamo parlato anche di pesto alla genovese - ha scherzato Salvini -. A Grillo ho contestato che hanno smontato la Bossi-Fini esponendo l'Italia a un'invasione senza precedenti».
Mentre Grillo era a tavola con Farage, Salvini pranzava con la Le Pen per mettere a punto la strategia del nuovo gruppo. «Queste elezioni sono state per noi un grande successo.
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