Il Pdl va alla guerra con i due Renati

Il Pdl va alla guerra con i due Renati

RomaIl mosaico delle poltrone del Pdl inizia a comporsi. E all'orizzonte si profila un gruppo orientato a dare battaglia e a non fare sconti nei dibattiti parlamentari, con due «Renati», Brunetta e Schifani, nelle due posizioni chiave.
Dopo alcuni giorni di valutazioni, riunioni e contatti, è Silvio Berlusconi in persona a scendere in campo per annunciare i nuovi titolari della gestione d'aula. La prima ufficializzazione avviene in mattinata. L'assemblea dei deputati del Pdl indica, su proposta del presidente, Renato Brunetta come capogruppo di Montecitorio. Una scelta che verrà formalizzata oggi quando tutti i gruppi si riuniranno dalle 15 su convocazione del presidente della Camera. «Indico Brunetta come capogruppo, mi auguro vada bene a tutti e sia condiviso», dice Berlusconi, intervenendo personalmente alla riunione. «Conoscete la sua vis polemica, sono sicuro che potrà continuare degnamente l'opera di Fabrizio Cicchitto». Parole che vengono accolte da un applauso di condivisione. Per il nuovo capogruppo c'è subito l'attestato di stima firmato dal suo predecessore. «Brunetta esprime un alto livello di capacità politiche e di competenze istituzionali e di politica economica. C'è continuità politica tra il lavoro svolto da me e quello di Renato» dice Fabrizio Cicchitto, dato come papabile per il Copasir. Un plauso arriva anche dal portavoce Pdl, Daniele Capezzone, che individua in lui «un politico competente, una persona leale e un caro amico». Resta a questo punto da completare la squadra con la nomina dei vicepresidenti e dei questori che spettano all'opposizione. Per quanto riguarda i vicecapogruppo uno degli schemi prevede la nomina di Mariastella Gelmini come vicario e Mara Carfagna e Beatrice Lorenzin come vice. Non è escluso, però, che possano esserci aggiustamenti visto che si parla anche della possibilità di assegnare all'ex ministro delle Pari Opportunità la responsabilità della comunicazione, mentre per Daniela Santanchè si prospetta un incarico al partito. Daniele Capezzone, molto stimato a Palazzo Grazioli, dovrebbe avere un ruolo di stretta collaborazione con Berlusconi, mentre Maurizio Lupi dovrebbe tornare alla vicepresidenza della Camera.
Esaurito il capitolo Camera, nel pomeriggio si apre la riunione del gruppo del Senato. Qui il nome indicato dal Cavaliere è quello di Renato Schifani. Il presidente del Senato uscente viene eletto per acclamazione, dietro proposta di Gaetano Quagliariello. Un ritorno alle origini per il politico siciliano che ha svolto questo ruolo per 7 anni e ha vissuto in prima linea la XV legislatura, dal 2006 al 2008, quando tutto il gruppo fu impegnato in una sorta di corpo a corpo parlamentare per sconfiggere il governo Prodi. «Schifani non è solo un capogruppo da battaglia ma, come ha dimostrato in passato, è un capogruppo da battaglie vinte» commenta Lucio Malan. Al suo fianco come vicario dovrebbe esserci l'ex ministro Annamaria Bernini.

Mentre per il ruolo di vicepresidente di Palazzo Madama in corsa ci sono Maurizio Gasparri, Altero Matteoli e Francesco Nitto Palma. Un risiko che si completerà soltanto quando (e se) i gruppi troveranno la quadra sui criteri di assegnazione e sul numero di incarichi spettanti a ciascuna forza politica.

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