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Picchiato a sangue l'autista del Pm che indaga i No Tav

Torino - Un agguato in pieno stile mafioso quello di cui è stato protagonista ieri sera Giuseppe Caggiano, autista e componente della scorta del pubblico ministero Antonio Rinaudo, uno dei magistrati in prima linea nelle inchieste contro le ali eversive del movimento No Tav. Frange responsabili di numerosi episodi di violenza contro gli operai e le forze dell'ordine che lavorano al cantiere Tav di Chiomonte. Caggiano, che aveva finito il suo turno già nel pomeriggio, stava rientrando a casa quando è stato circondato da tre uomini incappucciati che lo hanno assalito con calci e pugni, colpendolo anche con un taglierino. Poi sono scappati, ma prima di andarsene gli hanno urlato: «Questa è la fine che fanno i servi dei servi».

Caggiano ha chiesto aiuto ed è stato subito soccorso e trasportato al Mauriziano. Ha riportato diverse ferite ed escoriazioni e qualche lieve taglio, ma le sue condizioni non sono gravi. Un episodio inquietante su cui ora sta indagando la Digos.

Al momento nessuno si sbilancia, ma è chiaro che la frase pronunciata alla fine del pestaggio non lascia dubbi sulla matrice dell'aggressione. Il segnale lanciato da chi ha organizzato l'agguato è chiaramente diretto ai magistrati torinesi Antonio Rinaudo e Andrea Padalino, da mesi nel mirino degli eversivi No Tav. «Non possiamo colpire i magistrati, ma possiamo colpire le persone che lavorano con voi», questa l'intimidazione sottesa all'aggressione.

Nell'ultimo anno si sono intensificati gli atti intimidatori contro forze dell'ordine, giornalisti e anche addetti ai lavori del cantiere Tav. Un'escalation che preoccupa moltissimo gli inquirenti che indagano nel mondo dell'anarco-insurrezionalismo.

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