«Si è trattato di un ciclone extratropicale», spiega Guido Cante, tenente colonnello del Centro nazionale di meteorologia e di climatologia aeronautica, da non confondere con il «classico» ciclone, quello tropicale, molto più intenso e di solito riguardante aree più vaste del territorio sardo colpito dalla calamità. «Bomba d'acqua è invece un termine popolare per definire un evento climatico caratterizzato da una precipitazione fuori dalla norma». Ci si riferisce a esso quando in poche ore cadono 500-700 millimetri di acqua.
Si è dunque trattato di un evento estremo? Sicuramente sì, un fenomeno meteorologico anomalo per la sua intensità. Si sono avute precipitazioni copiose anche in Sardegna, che si sono protratte per varie ore, ma nessuno ricorda che sia accaduto qualcosa del genere: 470 millimetri in 12 ore di fila, la metà della pioggia che in media cade in un anno intero. «È l'intensità che colpisce», precisa Cante. Complicato dire se si sarebbe potuti giungere più preparati all'alluvione, consentendo di correre prima ai ripari, risparmiando le tante vittime. Gli esperti ritengono che oggi i controlli e i monitoraggi del clima sono molto più efficienti di una volta, tuttavia è impossibile prevedere con precisione certosina quanti millimetri di acqua cadranno e con quale potenza. «I bollettini hanno diramato le prime notizie dell'arrivo di temporali di forte intensità domenica - spiega Cante - vale a dire diverse ore prima dell'inizio delle precipitazioni». Lo ribadisce Alessio Grosso, meteorologo di Meteolive: «L'allarme è stato dato, ma va anche tenuta in considerazione la geologia di un territorio molto sensibile a fenomeni di questa portata. Per anni abbiamo pensato alla Sardegna come a un'isola destinata alla desertificazione, non si è mai fatto nulla, e anche queste sono le conseguenze». Lo confermano le statistiche: il valore della mortalità media per inondazione calcolato per la Sardegna dal 1963 al 2012 è più alto della media nazionale. Ma anche gli allarmi sono serviti a poco. Le piogge sono cadute copiose, cogliendo molte famiglie impreparate. Cosa è successo esattamente? Si sono formate più celle temporalesche, che si sono, in pratica, unite fra loro, abbattendosi in un'unica area geografica. Sono fenomeni che avvengono soprattutto in primavera e in autunno, le stagioni più instabili, in cui la circolazione atmosferica è in subbuglio per via di continui scambi di calore fra masse d'aria calda e fredda. In parte il problema potrebbe essere ricondotto all'effetto serra.
Le statistiche, di fatto, mostrano che negli ultimi anni i cosiddetti «eventi estremi» sono sempre più ravvicinati. Alcune stime dicono che entro il 2025 le bombe d'acqua saranno molto più frequenti e potrebbero causare nuove gravi inondazioni.
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