Politica

Pisapia e Giggino vogliono marciare su Roma?

I sindaci lavorano alla lista civica "arancione" per creare un paracadute per i partiti alle politiche. Ma dopo i flop di Milano e Napoli quale credibilità hanno sugli elettori?

I sindaci Giuliano Pisapia e Luigi De Magistris
I sindaci Giuliano Pisapia e Luigi De Magistris

Nel sottobosco della sinistra qualcosa s'ingrossa. Mentre i sondaggi registrano un calo pesante del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo nell'indice di gradimento, Pd e Sel stanno armando le roccaforti rosse sul territorio per mettere insieme liste civiche che di facciata lavorino in vista delle prossime elezioni regionali, ma che sotto sotto brighino per fare incetta di voti alle politiche sempre più vicine. Da Milano a Napoli c'è un filo "arancione" che descrive molto bene la nuova tattica messa a punto da Pier Luigi Bersani e Nichi Vendola. Insomma, la marcia su Roma del popolo arancione è già iniziata.

Non importa che sia Giuliano Pisapia sia Luigi De Magistris abbiano fatto flop nella gestione della cosa pubblica. A Milano e a Napoli non tira affatto una buona aria. Eppure, fuori dai confini lombardi e campani, la percezione della sinistra è ancora che i due sindaci ricoprano un ruolo di primissimo piano in quella che l'anno scorso è stata battezzata come "rivoluzione arancione". Proprio per questo Bersani e Vendola, che da poche settimane hanno saldato la propria alleanza in chiave elettorale lasciando fuori l'Idv di Antonio Di Pietro, vogliono affidarsi a loro per riconquistare il territorio e recuperare i punti persi alle elezioni di maggio. L'obiettivo è sin troppo chiaro: erodere il consenso ottenuto dal Movimento 5 Stelle. Da qui l'idea delle liste civiche. Come spiegava ieri ItaliaOggi, quella di Pisapia è già pronta. "Per le prossime regionali", ha spiegato Franco D'Alfonso, coordinatore proprio della lista del sindaco di Milano nella corsa alle comunali del maggio 2011. I lavori sono tanto avanti che sembra impossibile che il marchio "Pisapia" e il colore arancione non vengano usati anche alle politiche per arginare l'avanzata grillina. Nel disegno che ha in mente l'avvocato milanese c'è appunto l'idea di mettere insieme "quel blocco civico che dovrebbe vedere impegnati molti sindaci di centrosinistra, quelli arancioni in primis, nel creare un paracadute elettorale alla sinistra dei partiti alle prossime elezioni politiche nazionali".

D'altra parte Pisapia non è certo l'unico ad essersi messo in moto. Anche Luigi De Magistris, che a dispetto di Di Pietro è tra gli invitati alla Festa nazionale del Pd, sta già lavorando a "un movimento politico organizzato" che sia "distante dai partiti seppur non in conflitto con essi". Ai microfoni del programma radiofonico La Zanzara Estate su Radio 24, il sindaco di Napoli rilancia l’idea di un movimento politico animato da primi cittadini da presentare già alle politiche. Il simbolo sarebbe addirittura già pronto. "Non è all’ordine del giorno una lista con sindaci candidati - puntualizza - diversa è l’ipotesi che i sindaci siano, e lo saremo, protagonisti di questa campagna elettorale. Lo faremo in varie forme, sicuramente con dei contenuti programmatici in un manifesto per il governo del prossimo Parlamento". A breve uscirà il manifesto. Ci saranno anche alcune firme importanti. Poi, in ottobre, partiranno i primi eventi pubblici. De Magistris conferma anche che l’immagine del nuovo soggetto politico si rifarà al colore della lista civica con cui lui e Pisapia hanno vinto le amministrative: "Il colore arancione c’è, e in questo momento lo porto anche al polso. È un colore che ha unito alcuni sindaci nella campagna elettorale di un anno fa, assumendo una valenza politica. E nella politica anche i simboli hanno valore".

Oltre ai nomi di Pisapia e De Magistris spuntano fuori (di tanto in tanto) anche quelli di Massimo Zedda, primo cittadino di Cagliari, e di Michele Emiliano, sindaco di Bari. Il progetto, però, è stato più volte rilanciato per poi naufragare nel nulla. Tanto che finché non ci sarà una lista civica fatta e finita la marcia su Roma dei sindaci arancioni resta nei sogni (irrealizzati) della sinistra. Non solo.

Viene anche da chiedersi quale appeal possano avere sugli elettori sindaci che, nelle rispettive città, non hanno fatto altro che causare forti danni.

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