Il pizzino della Ue a Padoan: "Sa cosa deve essere fatto"

Il neoministro dell'Economia di ritorno dal G20: all'interno del governo curerà gli interessi di Bce e Bankitalia. E già avverte: "Farò una verifica dei conti pubblici"

Il pizzino della Ue a Padoan: "Sa cosa deve essere fatto"

"Il nuovo ministro dell’Economia italiano sa cosa deve essere fatto". Il pizzino a Pier Carlo Padoan, in volo a dodicimila metri d'altezza per rientrare dall'Australia, arriva proprio dal G20 di Sydney. Non dice altro il commissario agli Affari economici Olli Rehn ai microfoni di Bloomberg: si limita a una fredda dichiarazione che suona sinistra perché indirizzata al neo ministro che per conto del governo Renzi dovrà far quadrare i conti del Paese, decidere se e dove tagliare e, soprattutto, valutare come andare a racimolare nuovi introiti per le malconce casse pubbliche. Dal canto suo il titolare dell'Economia ha già messo in chiaro che farà subito una verifica sui conti pubblici.

Il nuovo numero uno del Tesoro si trovava in Australia come responsabile economico dell’Ocse. Pur avendo preso il primo aereo disponibile per affiancare Matteo Renzi nella nuova squadra di governo, non ha comunque fatto in tempo a partecipare al giuramento con gli altri ministri. La sua strada è tutta in salita. Di fatto Padoan assicura la necessaria "copertura" a livello internazionale alla politica economica di Renzi. La garanzia di una continuità in questo senso, chiesta e ottenuta da Bankitalia, Bce e Quirinale, è scritta nel suo curriculum. A partire dall’ultima esperienza, quella appena lasciata, di vice segretario generale e capo economista dell’Ocse. Al G20 era fianco a fianco a quello stesso Rehn che, appena spiccato il volo per Roma, gli ha intimato perentorio: "Padoan sa cosa deve essere fatto". Proprio ai tecnocrati di Bruxelles Padoan dovrà esporre la nuova fase di politica economica che, secondo indiscrezioni di palazzo, potrebbe annoverare anche una patrimoniale.

Tra le riforme annunciate ce ne sono due "nodali". Il Jobs act non riguarda direttamente Padoan. Ma l’altra, la riforma fiscale, è sicuramente materia del suo dicastero. Nel corso della carriera da economista Padoan si è più volte espresso sui temi più caldi. Sostenendo, ad esempio, che "le tasse che danneggiano di meno la crescita sono quelle sulla proprietà, come l’Imu, mentre le tasse che, se abbassate, favoriscono di più la ripresa e l’occupazione sono quelle sul lavoro". Un’indicazione importante mentre si continua a parlare di taglio del cuneo fiscale, ma dai toni drammatici perché non nasconde la fregola di andare a raschiare sempre nei resparmi degli italiani. Nella prefazione al rapporto dell’Ocse presentato al G20 finanziario di Sydney, ha infatti individuato quattro priorità per il Tesoro.

Tra questi anche gli aggiustamenti salariali per ridurre il costo del lavoro, inclusa la riduzione del cuneo fiscale e lo spostamento della tassazione sui consumi, sulla proprietà immobiliare e sulle successioni. Appunto.

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