Il Paese di santi e navigatori ora è pieno di geni incompresi

Da chi dice di curare cancro e mali rari con un’iniezione a chi prevede i sismi. Ormai diffidiamo della scienza di Galileo ed esaltiamo i profeti mediatici

Il Paese di santi e navigatori ora è pieno di geni incompresi

Siamo un paese straordinario, eccezionale. Lo dico veramente: siamo fuori dall'ordinario, l'eccezione che conferma la regola. La democrazia perfetta è qui a casa nostra, con ineguagliata corrispondenza fra il governo e il popolo o, più precisamente, la piazza. Informe e ottusa. Anche se sei lo scemo del villaggio, capace di articolare solo pensieri la cui traduzione in parola non va oltre il vaffa, basta che ti metta a capo della piazza (informe e ottusa) e sarai ricevuto con grandi onori al Quirinale. E c'è il caso che diventi anche ministro.

Prendete ad esempio un Sirchia o un Veronesi: li avremmo detti ministri alla Salute per vent'anni. Ma se uno scemo del villaggio li chiama «cancronesi» e la piazza (informe e ottusa) è con lui, devono farsi da parte. Il corollario è che se una volta si diceva che il governante può non essere competente, oggi è necessario che sia incompetente: privo delle barriere morali che ha chi sa, reclamerà il perdono dovuto a chi non sapendo quel che fa, manda libero barabba e il giusto sulla croce, come ogni informe e ottusa piazza pretende.

Recentemente questa ha urlato la pretesa che il tumore sia combattuto col metodo inventato da uno che non s'è ancora capito se è laureato in lettere o in psicologia. Quanto basta per ignorarlo. Ma il ministro, che non se ne intende, impegna tre milioni su quel metodo. In pratica confermando i suggerimenti del suo predecessore, quell'avvocato che tra gli «urgenti - dicasi urgenti - provvedimenti in tema di sanità pubblica» propose quelli contro le gazose e i videogiochi. Anche quello all'agricoltura è avvocato, cioè nulla sa di Ogm, e infatti ha sentenziato che la biotecnologia vegetale non va bene.

Storia che si ripete. Rammentate la Bindi? Da laureata in scienze politiche autorizzò la sperimentazione del metodo Di Bella, pretesa a gran voce in tutte le piazze, incluse quella della trasmissione che allora conduceva Santoro. E Ripamonti: da ingegnere, pressato dalle manifestazioni della piazza (informe e ottusa), autorizzò la sperimentazione del metodo Bonifacio, quello che s'era fissato che le capre non s'ammalassero di cancro. Il ministro lo mise nero su bianco nel preambolo del decreto d'autorizzazione: «Per la vasta risonanza suscitata nella pubblica opinione dalle notizie concernenti le asserite proprietà antitumorali del siero caprino…», segue autorizzazione governativa.

In Sicilia, la piazza oggi ce l'ha col Muos, un'antenna per comunicazioni satellitari che emette (peraltro verso lo spazio) quanto un forno a microonde. Il ministro alla Difesa, che ha provato a difendere quell'antenna, è uno che ha studiato filosofia e, come tale, non ha la statura per dire, coi dovuti modi naturalmente: «Nessuno rompa le balle, un radar aeroportuale è dieci volte più potente». Da filosofo non ha saputo fare di meglio che gravare di lavoro inconcludente l'Istituto Superiore di Sanità, anziché chiedere che fossero arrestati per procurato allarme coloro che terrorizzano la gente. In mezzo ai quali c'è di tutto: ci sono le mamme isteriche, c'è il prete-macchietta, e c'è anche l'ingegnere nucleare che, incazzato perché rimasto senza lavoro, ce l'ha col mondo intero, dalla Tav al Muos all'uranio impoverito e - ça va sans dire - ce l'ha anche col nucleare. «Esperto» diventato cocco delle mamme-no-Muos, cioè della folla informe e ottusa.

Arrestare per procurato allarme. Figurarsi: i magistrati hanno invece arrestato (e condannato) quelli che avevano evitato di procurare allarme da terremoto. Naturalmente nessuna responsabilità hanno addebitato al genio (e ce ne compiacciamo per lui) che previde un terremoto disastroso: non se ne verificò alcuno né quando né dove disse lui.

I geni incompresi di tutto il mondo hanno qui finalmente una patria. La piazza (informe e ottusa) li sostiene, la politica (incompetente) li finanzia, e la magistratura (senza responsabilità) li protegge. Su tutto abbiamo la «via italiana», che noi stessi chiamiamo «d'eccellenza».

Senza essere sfiorati dal minimo sospetto che, forse, si è eccellenti solo se sono gli altri a riconoscercelo: perché queste grandi teorie scientifiche, se sono valide, non riscuotono successo altrove nel mondo? Forse aveva ragione quello che già due secoli fa ci chiamò espressione geografica (buona appunto a ospitare il Muos). Il guaio è che ne siamo pure soddisfatti.

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