Poliziotti indagati dai pm, ma i violenti già in libertà

La procura indaga sugli agenti, ma scarcera i teppisti. La perizia: lacrimogeni esplosi da terra. Cancellieri fischiata

Scontri tra polizia e manifestanti durante il corteo degli studenti a Palermo
Scontri tra polizia e manifestanti durante il corteo degli studenti a Palermo

Oltre ai danni, pure la beffa. Non solo le forze dell'ordine si sono trovate a dover respingere gli attacchi di violenti e teppisti che mercoledì scorso hanno ingaggiato la guerriglia urbana in numerose città del Paese, non solo ieri sera sono stati scarcerati tutti e otto i manifestanti durante i disordini avvenuti nella Capitale, ora il Viminale si trova al centro di pesanti attacchi legati ai presunti abusi. Se da una parte la procura capitolina ha identificato e iscritto nel registro degli indagati un poliziotto ritratto in video e foto mentre manganella sul volto un ragazzo a terra, dall'altra una doppia inchiesta dovrà accertare da dove sono stati sparati i lacrimogeni, anche se l'indagine interna avviata dal Guardasigilli Paola Severino avrebbe già dimostrato che i colpi sarebbero stati esplosi da Ponte Garibaldi.

"Sono orgogliosa di mio figlio". Durante la conferenza stampa dei militanti del centro sociale "Bl.itz" di Belluno, Olga Rosa Balzan, madre di Riccardo Masoch, il giovane trattenuto per tre giorni nel carcere di Regina Coeli, ha difeso le ragioni del figlio e degli altri no global che hanno preso parte ai violenti scontri di Roma. Adesso l'opinione pubblica sta tutta dalla loro parte. Si sono già schierati. Ed è già partita pure la caccia al poliziotto "violento", all'agente che dopo essere stato attaccato ha risposto duramente. Così mentre il gip Wilma Passamonti scarcera gli otto teppisti arrestati mercoledì scorso a Roma, la procura capitolina mette sotto indagine la polizia per far luce se ci sono stati degli abusi nell'intervento per sedare le rivolte di piazza. È, infatti, già stato identificato e iscritto nel registro degli indagati l’agente che è stato ripreso in un video mentre picchiava con il manganello un ragazzo già in terra. L'indagine non si ferma qui. L'attenzione degli inquirenti è concentrata anche sul lancio dei due lacrimogeni ripresi dal video pubblicato da Repubblica.it. "Abbiamo fatto tante cose qui dentro, ma questi lacrimogeni rischiano di oscurarcele tutte", ha spiegato la Severino invitando a non lasciare "un solo margine di ombra". Anche il ministero vuole fare chiarezza. Proprio per questo è già stata avviata un'indagine interna alle forze di polizia. Secondo una prima perizia condotta dai carabinieri del Racis, un lacrimogeno sarebbe stato esploso dall’esterno del ministero della Giustizia e avrebbe, poi, "impattato sulla cornice" di una finestra ricadendo, quindi, verso il basso dopo essersi "fratturato in tre parti". "La gittata degli artifizi è dell’ordine dei 150 metri - si legge nella perizia - coincidente con il posizionamento delle forze di polizia all’altezza di Ponte Garibaldi, come osservabile dal video acquisito".

Intanto, continua il clima di tensione. Questa mattina il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri è stata contestata dagli studenti.

Fischi e urla hanno accolto la titolare del Viminale proprio quando stava spiegando che il governo intende chiarire l'esatta dinamica degli scontri. Ma dalle ultime file del Palazzetto dello Sport di Rimini è comparso lo striscione "Stop violenze. Polizia, identificativi sulle divise".

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