Il Ponte dei desideri

C'è chi lo vuole e chi no. Abbiamo raccolto la testimonianza di chi abita proprio dove dovrebbe sorgere l'opera e le dichiarazioni del forzista Paolo Emilio Russo

Il Ponte dei desideri
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Cosa accade tra le stanze damascate dei palazzi della politica? Cosa si sussurrano i deputati tra un caffè e l'altro? A Roma non ci sono segreti, soprattutto a La Buvette. Un podcast settimanale per raccontare tutti i retroscena della politica. Gli accordi, i tradimenti e le giravolte dei leader fino ai più piccoli dei parlamentari pronti a tutto pur di non perdere il privilegio, la poltrona. Il potere. Ognuno gioca la propria partita, ma non tutti riescono a vincerla. A salvarsi saranno davvero in pochi, soprattutto dopo il taglio delle poltrone. Il gioco preferito? Fare fuori "l'altro". Il parlamento è il nuovo Squid Game.

Questa settimana usciamo dai palazzi. Respiriamo. L’aria romana è viziata, meglio quella fresca tra Scilla e Cariddi. Quella buona tra la Calabria e la Sicilia. Quella pulita che si respira nello Stretto di Messina. Questa settimana vi porto a Torre Faro, piccolo borgo marinaro a pochi chilometri dal cuore di Messina. Proprio dove dovrebbe sorgere il famoso Ponte e poggiare uno dei suoi due grandi piloni.

In Parlamento, nel Paese c’è chi dice “no” alla grande opera. Lo ribadisce Angelo Bonelli dei Verdi, lo ripete come un mantra Legambiente, lo dice a chiare lettere una grande parte del Partito Democratico. L’eco dei “no” risuona per tutta la Penisola e il coro dei “gretini” si espande. “Ci sono tante cose da sistemare prima” dicono. Ma una cosa non esclude l’altra.

La politica e il Ponte

Matteo Salvini ne ha fatto quasi una (sana) malattia. “Faremo il Ponte” rassicura. È determinato, deciso. Senza intoppi (purtroppo tanti in Italia) potrebbe farcela. Potrebbe realizzare il sogno di chi, quel Ponte, lo ha immaginato per decenni. Per cinquant’anni. Un cruccio anche di Silvio Berlusconi che da tempo spinge affinché l’opera venga costruita. Il Presidente di Forza Italia non ha mai smesso di crederci e mai lo farà. Da sempre è stato il primo sostenitore e oggi fa da sprone al nuovo governo guidato da Giorgia Meloni. Dice bene il deputato forzista Paolo Emilio Russo quando, intervenendo alla Camera, ha detto a chiare lettere: “Per Forza Italia, e credo per l’Italia, il Ponte sullo Stretto è e sarà il Ponte Silvio Berlusconi”. Non si sbaglia Russo quando dice che “i primi provvedimenti concreti che hanno provato a dare impulso all’opera sono quelli del governo Berlusconi all’inizio degli anni 2000” ben 23 anni fa. Forse questa è la volta buona. Nonostante i no.

I cittadini di Torre Faro

Ma cosa ne pensa, invece, chi vive i luoghi, chi abita in Sicilia, della discussione politica, delle divisioni tra chi dice sì e chi no? Siamo andati a chiederglielo. A pochi metri dalla riva ci imbattiamo in un gruppo di pescatori e pensionati intenti a godersi il primo tepore primaverile. La temperatura è ideale, il mare è calmo, come anche il vento. Il sole picchia. Il tema centrale di quasi tutte le chiacchierate è il Ponte sullo Stretto. Qui quasi tutti sono d’accordo. “Ma lei se lo immagina? Io sì! Spero di vivere ancora per poterlo vedere”. Ci dice Santino Caruso, settant’anni ed ex dipendente comunale che, però, confessa: “Sa cosa mi fa paura? La politica che oggi dice sì e domani dice no. Di questo avrò sempre paura. Spero non cambino idea, io sono per le innovazioni, per la tecnologia. La Sicilia deve cambiare in meglio e il ponte è un’occasione”. E se lo dicono i cittadini di Torre Faro.

*ASCOLTA IL PODCAST PER SAPERE CHI È CHE DICE NO*

Ma c’è anche chi, a Messina, dice no e il signor Santino confessa e mette in guardia: “Qui c’è

già chi è pronto a bloccare l’opera, sono i signorotti”. Ma nonostante tutto la speranza di vederlo il Ponte resta. Ma non il modellino impolverato che da anni abita i lunghi e freddi corridoi del ministero dei trasporti.

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