Politica

Potente, esclusivo e invisibile Il club dei Cavalieri di Malta

Non posseggono un territorio, ma sono sovrani. E i più alti in grado devono vantare 350 anni di nobiltà

Il tratto principale del nuovo presidente dello Ior, il tedesco Ernest Von Freyberg, è il suo fare parte dell'Ordine di Malta, quell'ordine che ha festeggiato sabato scorso in Vaticano i suoi primi novecento anni di storia iniziati con la bolla di Papa Pasquale II «Pie postulatio voluntatis» del 15 febbraio 2013.
L'Ordine di Malta è uno dei pochi Ordini nati nel Medioevo ancora attivo e che gode della stima totale del Vaticano per il suo impegno quotidiano a favore di uomini e donne coinvolti in guerre, calamità, epidemie o provati dal sottosviluppo e dalla povertà, anche in Occidente, a seguito dell'ultima crisi finanziaria. È anche l'unico rimasto che è nello stesso tempo religioso e sovrano (per tutti gli altri Ordini cavallereschi, scomparsa la motivazione militare che li giustificava, è venuta meno la loro ragion d'essere). Il Sovrano Militare Ordine di Malta (Smom), invece, come le Nazioni Unite, vede riconosciuta la propria sovranità anche se privo di un proprio territorio.

La natura cavalleresca spiega e giustifica il mantenimento del carattere nobiliare dell'Ordine, molti dei cui cavalieri religiosi provenivano in passato dalle famiglie aristocratiche del mondo cristiano. Ancora oggi, per la categoria d'onore e devozione, l'Ordine richiede che i nonni paterni e materni del candidato (e quindi anche i genitori del candidato) siano nobili - è la regola dei quattro quarti paterni e materni - o che vi siano altrimenti 350 anni di nobiltà del ramo paterno. Una condizione persino superiore a quella di alcuni sovrani. Oggi, tuttavia, la maggioranza dei cavalieri di Malta appartiene a ceti non nobili, anche perché molti provengono da nazioni, come gli Stati Uniti, dove i titoli nobiliari non sono mai esistiti. Tra i cavalieri italiani famosi si annoverano gli ex presidente della Repubblica Giulio, Andreotti, Francesco Cossiga, Oscar Luigi Scalfaro, Carlo Azeglio Ciampi.

I membri dell'Ordine possono definirsi gentiluomini cattolici animati da altruistica nobiltà d'animo e di comportamento. Tutti i cavalieri di Malta rispondono alla condizione prevista anticamente per il conferimento di titoli nobiliari: l'essersi distinti per particolari virtù. Il carattere cavalleresco dell'Ordine ha ancora oggi grande valenza morale perché denota lo spirito di servizio, di abnegazione e di disciplina che anima i cavalieri di Malta. Le battaglie non vengono più combattute con la spada, ma con gli strumenti pacifici della lotta contro le malattie, la miseria e la difesa della fede cattolica. Tutti i 13.500 cavalieri e dame dell'Ordine di Malta devono tenere, in base alla Carta Costituzionale, condotta cristianamente esemplare nella vita privata e pubblica. Ad essi incombe, in modo particolare, la cooperazione effettiva nelle opere di assistenza ospedaliera e sociale dell'Ordine. Un impegno ad approfondire la propria spiritualità nell'ambito della Chiesa e a dedicare parte delle proprie energie al servizio del prossimo.

Secondo la Carta Costituzionale, i membri dell'Ordine di Malta si dividono in tre ceti e devono conformarsi agli insegnamenti dettati dalla Chiesa Cattolica e partecipare alle attività assistenziali dell'Ordine. Al primo ceto appartengono i cavalieri di giustizia, ovvero professi, e i cappellani conventuali professi che devono emettere la professione dei voti di povertà, di castità e d'obbedienza, con lo scopo di perseguire la perfezione evangelica. Sono religiosi a tutti gli effetti, secondo i dettati del diritto canonico. Non sono obbligati alla vita in comune. I membri appartenenti al secondo ceto, in virtù della promessa, si obbligano a vivere secondo i principi cristiani e secondo quelli relativi allo spirito dell'ordine.

Il terzo ceto è costituito dai membri laici che non emettono voti religiosi, né promessa, ma vivono secondo i principi della Chiesa e dell'Ordine.

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