Roma Troppo rumorosi i distinguo e le censure da parte dei militanti e dei parlamentari del Movimento. Addirittura inaspettato l'effetto mediatico delle sue parole. Ed è così che Paolo Becchi, ideologo dei grillini, ha fatto retromarcia dopo la «sparata» (è proprio il caso di dirlo) che intendeva spiegare in maniera intellettualmente vivace (ma forse un po' corriva) gli spari di Luigi Preiti domenica scorsa di fronte a Palazzo Chigi. Ieri sul blog di Grillo è arrivato il comunicato di scuse del professore genovese di Filosofia del diritto. «Sono stato un grande ingenuo e sono caduto nella trappola che io stesso avevo previsto - spiega Becchi -. Ho sperimentato sulla mia pelle che cosa significhi finire nel tritacarne del circo mediatico del nostro paese. Una ragione di più per suggerire a tutti di non partecipare a programmi radiofonici o televisivi». Becchi dice di aver voluto aiutare il movimento con le sue analisi e chiede «comprensione». «Mi auguro solo - prosegue - che quanto è successo non abbia danneggiato troppo il Movimento. Giornali e tv hanno forse pensato di creare una lacerazione all'interno del Movimento attaccandomi con una violenza inaudita, dopo avermi presentato come l'ideologo del Movimento». Il caso Becchi deflagra il 2 maggio. Dai microfoni di La zanzara di Radio 24 Paolo Becchi risponde alle domande relative alla formazione del nuovo governo e sulla scelta di Saccomanni non usa perifrasi morbide e «spara»: «Se qualcuno tra qualche mese prende i fucili non lamentiamoci, abbiamo messo un altro banchiere all'economia». E la tragica sparatoria di domenica scorsa davanti a Palazzo Chigi è stata - sempre secondo Becchi - utile al nuovo governo Letta e utile a ricompattare il Pd.
Dopo la levata di scudi non solo di giornali e opinionisti, ma anche di gran parte degli stessi parlamentari grillini il professore è andato pure in tv (Servizio pubblico) a lamentarsi dicendo che le parole non dovrebbero essere strumentalizzate. PFB- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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