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Radio Padania contro Dalla: "Era un italiota fazioso"

Nella trasmissione Arte Nord di sabato scorso, il conduttore Andrea Rognoni critica Dalla: "Il suo era un eclettismo calcolato". Le opere migliori? "Quelle scritte in padania"

Radio Padania contro Dalla: "Era un italiota fazioso"

Lucio Dalla "è stato anche il simbolo di un’Italia che noi padani non vorremmo, bisogna pur dirlo e denunciarlo". Mentre l'intera città di Bologna e l'Italia piange la scomparsa del cantautore morto improvvisamente giovedì scorso per un attacco cardiaco, Andrea Rognoni, conduttore di Radio Padania esce dal coro e si lascia andare a giudizi e commenti non proprio positivi sulle opere e sulla personalità di Dalla, considerato "un italiota, sagace autore dell’Italia tricolorita".

Per Rognoni il brano Caruso, "quello che viene celebrato come il suo miglior pezzo, risulta anche come il più stucchevole. È un calco di un’opera lirica dove viene imbastito un racconto: ecco, lui in questo era bravo, nell’imbastire racconti suggestivi e piacevoli, legati alle note più struggenti, più italiane e più italiote. In questo Dalla aveva un vantaggio perché il padre era bolognese, dunque padano, la madre invece no".

Il conduttore della radio leghista poi continua: "L’eclettismo ci è sempre piaciuto, ma l’eclettismo di Dalla era un po' calcolato, fazioso, un po' mirato ad accontentare tutti i gusti del pubblico, soprattutto del Centro-Sud".

Rognoni passa poi in rassegna i pezzi più celebri dell’artista: "4 marzo ’43", di cui non scrisse il testo, Il giorno che verrà, altro grande successo: in questi testi cosa emerge? Una visione del mondo un po' ecumenista, di tipo cattocomunista".

Rognoni fa il verso ad alcuni brani di Dalla: "I preti potranno sposarsi ma soltanto a una certa età, e faremo l’amore per intere settimane", versi incentrati "su un’utopia in cui non c’è da lavorare perché dobbiamo avere il tempo per trom..., e quel Gesù bambino", protagonista del successo ’4 marzo ’43’, "era figlio di una put....".

Per Rognoni "ci sono cascati tutti, anche noi siamo caduti in quell’inghippo di credere in un mondo utopistico assurdo". Infine, c'è anche il tempo per un apprezzamento, seppur minimo, nei confronti del cantautore: "Se non altro le canzoni scritte in padania si fanno ricordare: Piazza Grande, Nuvolari, Milano", pur puntualizzando che nel brano dedicato al capoluogo lombardo viene meno "la milanesità della città" quando Dalla dà spazio a siciliani e tedeschi.

Insomma, per il conduttore della radio leghista, tutto ciò che di buono c'era in Dalla era colorato di verde e inneggiava alla Padania.

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