La bagarre sul redditometro continua. Dopo aver definito lo strumento del fisco "una bomba a orologeria" e averne addebitato le responsabilità al precedente governo, Monti incassa la sonora risposta dell'ex ministro dell'Economia, Giulio Tremonti.
Che, in una intervista al Corriere della Sera, smentisce punto per punto le tesi del bocconiano. "Non solo non ho adottato nessun decreto applicativo contenente le "cento voci" di redditometro, ma comunque non avrei firmato un decreto del tipo di quello di Monti, esteso a così vasto spettro, basato su statistiche di massa, di riflesso così intrusivo", scrive Tremonti.
Che poi spiega che "se il governo non ha il coraggio di assumersi la propria responsabilità nella fabbricazione della bomba, potrebbe almeno avere il coraggio di ritirare il decreto ministeriale di Natale".
Infatti, il redditometro "ha preso la sua forma giuridica essenziale solo con il Cdm del 24 dicembre 2012, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 4 gennaio 2013. Si noti che era la vigilia di Natale e che il governo era già dimissionario", sostiene Tremonti, aggiungendo che "è vero che a monte c’era una norma di legge risalente al maggio 2010, una norma che sostituiva con uno nuovo il vecchio redditometro.
Un aggiornamento del sistema reso opportuno dal fatto che il vecchio redditometro era basato su simboli di ricchezza arcaici e folkloristici, simboli che andavano dai cavalli ai club esclusivi. In ogni caso la norma del maggio 2010 non era direttamente operativa". Insomma, le cento voci sono opera di Monti. Parola di Tremonti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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