Che agli inglesi piaccia la Sardegna, nel senso del mare e della costa Smeralda, non mi sembra una notizia dell'ultima ora. Che agli emiri del Qatar la stessa bellissima isola nostra sia di gradimento speciale, nemmeno, visto che ne hanno comprato una fetta importante, per 700 milioni di euro da Cala di Volpe al Pitrizza, da Romazzino al Pevero Golf oltre a varie fette e lingue di terre circostanti, pagando in contanti l'americano Tom Barrack.
Le due cose, comunque, Inghilterra e Qatar vanno assieme alla voce Harrods, l'impero del piacere degli occhi e del tutto, venduto nel 2010 per un miliardo e mezzo di sterline da Mohamed Al Fayed allo sceicco Al Thani, il quale, non soddisfatto, dopo essersi dedicato anche all'acquisto di una squadra di football, il Paris Saint Germain, ha annunciato l'investimento di alcuni miliardi di dollari per la costruzione di hotel di lusso, con il nome di Harrods, nei siti giusti, Parigi, New York, Kuala Lumpur e la Sardegna stessa. In Italia la Qatar Holding è già titolare per il 45 per cento del rigassificatore di Rovigo, per 140 milioni di euro ha rilevato l'hotel Gallia di Milano, per 700 milioni il gruppo Valentino Fashion. Per il momento Al Thani ha deciso di aprire uno stand di Harrods nel nuovo Villaggio di Porto Cervo, per la precisione il Deluxe Village su idea dell'architetto Gio Pagani, che ha traslocato la sua genialità e professionalità da Parma alla Costa Smeralda.
I seimila metri quadrati del Porto Vecchio vanno riqualificati, da qui l'idea di creare un villaggio temporaneo, con ventidue box, strutture in cristallo e acciaio patinato, questo il luogo dove Harrods, il tempio nel quale passarono per compere speciali Oscar Wilde e Sigmund Freud, i Windsor di padre in figlio e figlia, insomma il favoloso mondo di un altro mondo, Harrods dunque porterà in Italia una sua vetrina.
Per il momento è una specie di fiera del lusso, temporanea e non credo che si possa ripetere la scena che rese famoso, tra mille, l'emporio di Brompton Road, dal numero 87 al 135 in Knightsbridge, laddove un giorno un cliente, in vena di provocazioni, si avvicinò al bancone degli snacks e, ricordando il famoso slogan «da Harrods troverete tutto quello che potreste immaginare, dall'ago all'elefante», così domandò al cameriere: «Vorrei un panino. Possibilmente di elefante». Il cameriere non si smarrì dinanzi alla richiesta, andò in cucina, rientrò dopo qualche secondo e riferì: «Sorry, sir, ma abbiamo finito il pane». Anche carasau.
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