Riforma elettorale, si tratta: è decisivo il vertice del Pdl

Oggi riunione a Palazzo Grazioli. La Russa: "Un solo testo se ci sarà accordo. Altrimenti ne proporremo di più"

Riforma elettorale, si tratta: è decisivo il vertice del Pdl

Roma - Toni bassi e soprattutto low profile. In modo da sminare in anticipo l’atteso ufficio di presidenza del Pdl in programma oggi a Palazzo Grazioli. Una riunione chiesta a gran voce da La Russa e dalla pattuglia degli ex An che non pare gradire troppo la bozza di accordo sulla legge elettorale circolata in queste ore dopo l’incontro tra Alfano, Bersani e Casini. L’intenzione, però, è quella di evitare polemiche e far sì che l’appuntamento non si trasformi in uno sfogatoio con accuse e critiche reciproche destinate in pochi minuti a rimbalzare sulle agenzie di stampa.
Così - pur restando le differenze di vedute tra ex An e Forza Italia - la linea è quella di evitare di accendere inutili focolai e provare a risolvere le incomprensioni senza troppa pubblicità. Una strada che La Russa ha già intrapreso da qualche giorno, tanto che venerdì scorso aveva deciso di «allargare» gli inviti per la festa dei 60 anni del Secolo d’Italia che si è tenuta domenica a Milano per evitare che l’appuntamento venisse letto in chiave anti-Forza Italia.
E in questo senso la presenza di Lupi e Bonaiuti ha certamente aiutato. Il punto, però, è che al di là delle dichiarazioni pubbliche le distanze restano. E sono soprattutto di prospettiva, visto che nella testa di Berlusconi continua ad esserci la tentazione di fare del Pdl qualcosa d’altro e più ampio che guardi al centro e non disperda del tutto la stagione dei tecnici.
Il problema, insomma, non è tanto il proliferare delle liste civiche «Forza» che richiamano alla nascita di Forza Italia né l’ex ministro Galan che teorizza un ritorno all’orgoglio azzurro lasciando gli ex An al loro destino. Perché, spiega Alfano, «abbiamo fatto una scelta di grande unità e sono contrario a forme di spezzettamento». Il punto, però, è cosa c’è all’orizzonte. E l’idea di un superamento del Pdl emerge anche delle parole di Cicchitto. «Dopo le amministrative - spiega il presidente dei deputati - il Pdl può superare se stesso vedendo se è possibile costruire un grande partito moderato e riformista in alternativa al Pd». «Guardare avanti», insomma. E certo Cicchitto che parla di «superare il Pdl» non è proprio sulla stessa lunghezza d’onda del sindaco di Roma Alemanno «convinto» che «in futuro il Pdl ci sarà sicuramente» perché «è un grande partito». Nonostante le rassicurazioni di Gasparri - per il quale quelle lette sui giornali sono «bugie» visto che con Berlusconi «c’è una totale sintonia politica, programmatica e umana» - esistono insomma visioni diverse.
E, forse, quel che è vero è che la divisione non è semplicisticamente quella tra ex Forza Italia ed ex An, secondo uno schema forse ormai un po’ vecchio. È quella l’impronta originaria, certo, ma sono molti gli ex azzurri che adesso non vorrebbero disperdere la campagna dei tesseramenti e dei congressi che ha comunque riportato il partito sul territorio. Uno scontro che si focalizza ovviamente sulla riforma della legge elettorale, visto che l’accordo uscito dal vertice ABC è - secondo gli ex An - fatto «su misura per il Terzo polo» e ha l’obiettivo di «archiviare il bipolarismo». Secondo gli scettici, insomma, sarebbe il primo passo verso quell’allargamento del Pdl al centro in nome dei valori del Ppe che il Cavaliere avrebbe in testa.
Ecco perché non è affatto escluso che - al di là delle buone intenzioni - l’ufficio di presidenza di oggi possa segnare una battuta d’arresto per la riforma del sistema di voto.

La Russa, infatti, ha già fatto sapere che «arriverà una legge solo se saremo d’accordo sul testo, altrimenti ci saranno più testi». Il che, ovviamente, complicherebbe di molto le cose e rallenterebbe qualsiasi iter riformista. Rischiando di far arenare la nuova legge elettorale ancora prima che arrivi in Parlamento.

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