LA RIFORMAEcco i punti-chiave del nuovo testo

Da oggi i figli saranno semplicemente figli, senza aggettivi ulteriori. Cancellate le distinzioni tra «legittimi» e «naturali», tutti saranno sullo stesso piano e avranno medesimi diritti (a partire da quelli ereditari). I tempi cambiano e i codici si adeguano. La riforma del diritto di famiglia, contenuta nel decreto legislativo 154 firmato dal capo dello Stato quattro giorni prima di Capodanno e in vigore da oggi, non modifica soltanto termini e definizioni, ma rivoluziona la prospettiva con cui guardare ai legami tra i genitori e le loro creature. Non solo: anche i nonni si guadagnano uno spazio di rilievo nell'ordinamento, il loro desiderio di non separarsi dai nipoti è adesso riconosciuto per legge. Il corpo delle nuove regole, introdotte dalla legge 219 del 2012 e messe a punto da una Commissione guidata dal giurista Cesare Massimo Bianca, rappresenta una svolta.


Una tappa fondamentale dopo il divorzio, la grande riforma del 1975 e la riforma delle adozioni. Molti principi sono in realtà già entrati nella prassi, consolidata nelle aule dei tribunali o imposta dagli organismi europei.

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