La Buvette

Rosiconi

Tutte le scuse dopo il flop

Rosiconi Esclusiva

Cosa accade tra le stanze damascate dei palazzi della politica? Cosa si sussurrano i deputati tra un caffè e l'altro? A Roma non ci sono segreti, soprattutto a La Buvette. Un podcast settimanale per raccontare tutti i retroscena della politica. Gli accordi, i tradimenti e le giravolte dei leader fino ai più piccoli dei parlamentari pronti a tutto pur di non perdere il privilegio, la poltrona. Il potere. Ognuno gioca la propria partita, ma non tutti riescono a vincerla. A salvarsi saranno davvero in pochi, soprattutto dopo il taglio delle poltrone. Il gioco preferito? Fare fuori "l'altro". Il parlamento è il nuovo Squid Game.

Mamma mia quanto rosicano, incredibile! A sinistra ancora non hanno digerito la sconfitta elettorale. Nonostante sia passata una settimana dal voto. Anzi, gli animi si accendono ancora di più. Ma si sa, non sempre si può vincere. Ha ragione Alessio D’Amato ad ammettere che “è stato un fallimento”. Ma da quelle parti non si danno pace e, soprattutto, non se ne fanno una ragione dopo il flop alle elezioni e ogni scusa è buona per giustificare il tragico risultato.

Addirittura, c’è chi se la prende con il freddo come Letizia Moratti candidata del terzo polo alla presidenza della regione Lombardia. “È stata una campagna fredda” ha detto. Ma vi rendete conto? No, non è uno scherzo. C’è addirittura chi se l’è presa con gli elettori, come Carlo Calenda che, rispondendo alla domanda di un giornalista ammette: “Sì, non ho timore di dirlo” hanno sbagliato gli elettori. E per quale motivo? Per non aver scelto il terzo polo. Quanta arroganza. Prima li corteggia, poi li disprezza. Evidentemente i candidati erano “troppo ingombranti” per usare le parole del dottor Pregliasco deluso dalle urne. Ma bisogna saper perdere, perché non sempre si può vincere. Ma è dura accettare la sconfitta. E nessuno osi suonare le campane a morto. Parola di Giuseppe Conte: “il Movimento 5 Stelle è più vivo che mai” ha detto subito dopo il voto.

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Anzi, secondo il leader “ci sono dei sondaggi che lo danno in crescita.” Ah si? Eppure, il Movimento 5 Stelle pare non essere stato premiato. A dirlo sono i fatti. I voti. Che scarseggiano. Per Enrico Letta che ci tiene a sottolineare come il suo partito sia il primo dei meno votati “il Pd la sua parte l’ha fatta. M5S e Terzo Polo non hanno voluto coalizzarsi, dimezzano i voti e se la prendono con noi”.

Sì, perché Conte ha attaccato Letta, Letta ha attaccato Calenda che, a sua volta, ha attaccato Conte. Insomma, uno scaricabarile. E neanche i voti dei giovani sono serviti al Pd. Sì, perché Majorino è stato il candidato più votato dai diciottenni e trentenni. Parola sua: “abbiamo avuto un grande consenso nel mondo giovanile”.

Peccato, però, che siano stati i più giovani a disertare le urne. Ops, chi glielo dice?

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