
Il piano non cambia: Israele vuole occupare la Striscia di Gaza. A nulla sembrano essere servite le forti opposizioni al progetto Netanyahu, sia all'interno dell'esecutivo stesso, sia quelle della comunità internazionale. L'occupazione sarà sottoposta all'approvazione del governo domani ma l'esito del voto è pressoché scontato. Questo il risultato di una giornata, l'ennesima, ad alta tensione a Tel Aviv e dintorni, con un gabinetto di guerra prima rimandato proprio per le tensioni interne al governo e poi tenuto da Netanyahu in "forma" ridotta, con i ministri Israel Katz e Ron Dermer, il generale Itzik Cohen e altri alti funzionari tra cui il capo dell'Idf Eyal Zamir, il più critico sulla scelta di occupare Gaza. Un vertice in cui le posizioni sembrano essersi allineate anche se la tensione resta molto alta. "Una discussione limitata sulla sicurezza, durata circa tre ore, durante la quale il capo di stato maggiore ha presentato le opzioni per proseguire la campagna a Gaza", il comunicato del gabinetto di Bibi in cui sembra rientrare il "no" del capo dell'esercito. "L'Idf è pronta ad attuare qualsiasi decisione presa dal gabinetto di sicurezza", si legge infatti nella dichiarazione, dopo che erano state paventate sia le dimissioni che la cacciata di Zamir che resterebbe comunque contrario all'operazione e avrebbe spiegato tutti i motivi durante la riunione, in particolare il pericolo di vita per i 20 prigionieri che si ritiene siano ancora in vita. Tanto è bastato per finire nella bufera. Il figlio di Netanyahu Yair, per esempio, via social ha accusato Zamir di stare guidando "una ribellione e un tentativo di colpo di Stato militare più adatto a una repubblica delle banane dell'America Centrale degli anni Settanta, ed è completamente criminale".
Ma Netanyahu, in ogni caso, tira dritto. Secondo quando riferito è pronto a occupare completamente Gaza, anche a costo di mettere a forte rischio gli ostaggi ancora nella mani di Hamas. Fonti interne spiegano che "l'ordine del primo ministro è di conquistare i campi centrali della Striscia e Gaza city. Aree dove si teme che possano trovarsi gli ostaggi prigionieri di Hamas. Le manovre militari in quelle zone potrebbero mettere a repentaglio la loro vita". A quanto pare, vince la linea dura sostenuta da tempo dall'ultradestra israeliana con Bibi che cercherà il sostegno del governo ignorando le riserve di Zamir.
Il piano Netanyahu sta incontrando anche la ferma opposizione di gran parte dell'opinione pubblica mondiale ma, a quanto pare a vuoto. Un alto funzionario dell'Onu da New York ammonisce: "Le conseguenze dell'occupazione sarebbero catastrofiche". Critiche forti dalle famiglie degli ostaggi che parlano di "un'azione terribile e omicida che rappresenterebbe un sacrificio degli ostaggi" mentre a Tel Aviv in molti sono scesi in piazza per protestare contro il governo. "L'Ue respinge qualsiasi tentativo di modificare la situazione a Gaza, anche in relazione all'occupazione israeliana", ha detto ufficialmente Anotta Hipper, portavoce di Bruxelles, tornando a chiedere un immediato cessate il fuoco. Durissima la posizione spagnola con il ministero degli Esteri che in una nota attacca: "Non riconosceremo mai un'annessione di questo tipo", accusando Israele di "crimini gravissimi". "Non hanno nessun obiettivo se non quello di fare di Gaza un immenso cimitero", si legge nella nota. Critiche anche da Israele.
Gershon Baskin, il mediatore che nel 2011 convinse Netanyahu a stringere un accordo con Hamas, non usa mezze misure: "Il piano del primo ministro israeliano è una pazzia, isolerà Israele completamente nella comunità internazionale facendolo diventare uno Stato-paria, tutti gli ostaggi verranno uccisi". Oggi nuovo vertice ristretto indetto da Netanyahu prima del voto di domani che ormai, però, sembra una formalità. Il suo piano di occupazione di Gaza non si ferma.