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Sbarchi, è allarme infezioni. Ma i medici: "È solo varicella"

Dopo la tragedia dei trenta immigrati morti ieri, scoperti due stranieri infetti. Il Sap denuncia: "Si tratta di vaiolo". Ma si tratta di varicella

Sbarchi, è allarme infezioni. Ma i medici: "È solo varicella"

Alla tragedia dei trenta immigrati morti per asfissia nella stiva del vecchio peschereccio adesso si aggiunge l'allarme vaiolo. Un allarme che, sebbene isolato e tenuto sotto controllo dalla Marina Militare, ha subito messo in allerta i poliziotti che lavorano a stretto contatto con i clandestini che ogni giorno sbarcano sulle nostre coste. Al termine delle analisi di laboratorio svolte dall’Istituto Nazionale per le malattie infettive "Spallanzani" di Roma, il ministero della Salute ha prontamente assicurato che il paziente è affetto da varicella. Una notizia che rassicura ma che non sposta di un millimetro il problema infezioni.

Ieri sera la nave "Orione" destinata ad arrivare al porto di Catania ha registrato, tra i circa 400 immigrati che sono a bordo, due possibili casi di vaiolo. Una malattia, come è noto, molto contagiosa e letale. Probabilmente per questo motivo, all'ultimo momento, la "Orione" non è stata fatta entrare nel porto etneo. Un primo paziente è stato subito "isolato a bordo" ieri pomeriggio e, come ha prontamente assicurato il ministero della Salute, "sono state attivate le procedure necessarie di routine previste per giungere alla diagnosi del caso". L'allarme scattato ieri sera riguardava il protocollo seguito per patologie che vanno da una semplice influenza aviaria a una febbre emorragica come l’Ebola. In questo caso, però, i medici temevano si trattasse di vaiolo. E i casi, nel corso delle ore, sono diventati due. Tanto che da Catania è arrivato un elicottero attrezzato per il trasporto di malati infettivi.

Lo stato di allerta è durato meno di 24 ore l’allarme. Al termine delle analisi di laboratorio, che hanno determinato l'infezione da varicella, il paziente è stato trasferito allo Spallanzani per essere curato. Il ministero della Salute ha, quindi, tolto le misure quarantenarie adottate ieri sui contatti stretti del paziente. Il regolamento, varato nel 2005 dall’Oms, comprende una serie di misure a gravità crescente, che possono andare dal rifiuto di ingresso del soggetto nel paese alla quarantena per tutte le persone che sono state in contatto con la fonte di infezione in caso di virus mortali. Nei giorni scorsi, dopo i primi casi di poliziotti contagiati dalla tbc, si è spesso parlato della possibilità di arrivo di casi di virus Ebola, ma tutti gli esperti internazionali, a partire dall’Oms, sono stati sempre concordi nel ritenere improbabile l’eventualita, perché questo tipo di febbre emorragica si manifesta in poche ore, mentre chi arriva sui barconi ha viaggiato in genere per diversi giorni. "La nostra recente denuncia sui casi di Tbc di cui sono state vittime le forze dell’ordine, assurdamente minimizzata dal Viminale, trova quindi oggi altre clamorose conferme - tuona Gianni Tonelli, segretario generale del sindacato di polizia Sap - la situazione è gravissima per le forze di polizia e anche per i cittadini. Non accetteremo - conclude - come poliziotti, di essere sacrificati"

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