Come ci si aspettava, la Corte costituzionale ha definito ammessibile il conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato sollevato dal Quirinale contro la Procura di Palermo nell'indagine sulla presunta trattativa Stato-mafia e sull'uso delle intercettazioni che coinvolgerebbero anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Si tratta del primo passaggio dell'iter, in cui il giudizio è stato dato da Gaetano Silvestri e Giuseppe Frigo, entrambi di nomina parlamentare. I due dovevano decidere se Quirinale e procura fossero poteri dello Stato e quindi se fosse ammissibile un conflitto. Ora la Consulta dovrà dire se c'è davvero un conflitto.
Al centro del ricorso presentato da Napolitano, la mancata distruzione delle telefonate registrate intercettando le conversazioni dell’ex ministro Mancino: secondo l'Avvocatura dello Stato, il comportamento dei pm di Palermo avrebbe leso le prerogative garantite al capo dello Stato dall’articolo 90 della Costituzione. Per la Procura di Palermo, invece, per la distruzione delle intercettazioni è necessaria, in base al codice di procedura penale, un’apposita udienza davanti al gip.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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