Slogan, fake e pregiudizi: nuovi deliri contro Israele

Iacchetti: "Ho perso dei lavori, la sinistra non mi difende". Albanese vuole portare "in tribunale" il governo italiano

Slogan, fake e pregiudizi: nuovi deliri contro Israele
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Falsità storiche, pregiudizi, ossessioni. Non c'è più margine per un confronto ragionevole sul dramma del Medio Oriente. Il leader di uno dei principali partiti della sinistra, Nicola Fratoianni, anche ieri ha soffiato sul fuoco: "Quello che accade in questo momento in Israele - ha tuonato a Bologna - segnala che con la democrazia non ha più niente a che vedere". L'Anpi sentenzia: "Gaza è in piena distruzione, ma assieme collassa moralmente Israele e il suo governo". La relatrice Onu Francesca Albanese scrive "Game over Israel", intanto accusa il governo italiano di non partecipare alla discussione Ue sulle sanzioni, e il vicepremier Matteo Salvini di aver mostrato solidarietà al governo di Gerusalemme. Avverte: "Di questo appoggio al genocidio si dovrà rendere conto in tribunale e alle urne". Poi in serata, ospite alla Nove con Enzo Iacchetti e Alessandro Orsini, ricorda che lei dall'ottobre 2023 parla di "pulizia etnica". E dipinge Israele come uno Stato dedito a segregazione e sfruttamento in combutta con i privati alla ricerca di profitti.

Nelle piazze egemonizzate da centri sociali, intanto, continuano a risuonare slogan d'odio e le università sono preda di gruppuscoli dogmatici e oltranzisti. Gli islamisti vogliono distruggere Israele perché è lo Stato degli ebrei; gli estremisti woke e di sinistra lo osteggiano perché in esso (in uno Stato nato in realtà da un movimento anti-coloniale) vedono l'ultimo "monumento" del colonialismo da abbattere. E i social rispecchiano questo clima con un coacervo di post e commenti deliranti, magari accolti da una pioggia di "cuoricini" e like. Dilaga un pensiero unico, manicheo e settario, con tendenza all'intolleranza ma con una parvenza di buonismo, assecondato da schiere di influencer gonfi di certezze. E se prima non era arginato, ora questo conformismo è assecondato da una narrazione che racconta una storia mai esistita e rimuove quella autentica. Cancellato il massacro del 7 ottobre con tutte le sue vittime. Cancellati migliaia di missili contro migliaia. Cancellata l'esistenza di un esercito di miliziani di Hamas. Cancellati gli attacchi arabi e le proposte di pace israeliane. La narrazione, unilaterale e faziosa, parla di 80 anni (o "secoli") di "genocidio", "apartheid" a cui si oppone la "resistenza".

Molti hanno rivendicato come giusta anche la reazione dello stesso Iacchetti, il comico che pochi giorni fa in tv ha inveito - con tanto di urlo "vengo giù e ti do un pugno!" - contro Eyal Mizrahi, per una espressione - poco felice - che il rappresentante degli "Amici di Israele" ha usato sui bambini di Gaza, per porre il problema dei ragazzini indottrinati e armati da Hamas. Probabilmente Iacchetti non sa che il cognome del suo interlocutore, che nel frattempo gli ha teso una mano ("non sono nemico di nessuno, ma per fare la pace bisogna essere in due") indica gli ebrei provenienti dal Nord Africa, cacciati a centinaia di migliaia dai Paesi arabo-islamici, in un esodo epocale, senza risarcimenti o aiuti, che ha avuto spesso come destinazione e salvezza proprio Israele. Intervistato da Fanpage, ieri Iacchetti ha assicurato: "Non sarei andato giù a picchiarlo", raccontando: "Sto perdendo il lavoro e ricevo minacce di morte", "per aver detto la verità su Gaza". Rivelando sulla sinistra: "Nessun politico mi ha chiamato".

Quindi alla domanda "Di Mizrahi, molti hanno scritto: Sembra il volto del Diavolo", il comico ha risposto in questi termini: "Il satanismo è una prerogativa adesso non vorrei dire ma pare che loro siano molto guidati, questi sionisti incalliti, dall'idea di essere i padroni del mondo, di fare tutto per avere di più, sono guidati da un'idea malefica". "Manderanno via i palestinesi, faranno il resort, come dice Trump, poi passeranno alla Cisgiordania. Non ne avranno mai abbastanza perché dentro di loro esiste il male".

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