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Schlein assediata dai riformisti: "Vuole rifare i Ds..."

L'ala moderata del Pd parte all'attacco di Elly Schlein, colpevole di voler affossare l'area dei liberal democratici dentro il partito

Schlein assediata dai riformisti: "Vuole rifare i Ds..."

Elly Schlein, la trionfatrice delle primarie, si trova già ad affrontare i primi mugugni. L’ala riformista del Pd, fortemente scontenta per la composizione della nuova segreteria, è in subbuglio.

"La strategia di Elly Schlein è chiara: far fuori l'area riformista, i liberal democratici", dice l’ex senatore Andrea Marcucci a Repubblica, sempre più che convinto che la nuova segretaria voglia rifare i Ds “ma senza la nobiltà dei Ds”. “È la linea Bettini: una virata decisa a sinistra, per fare concorrenza al Movimento 5 Stelle", taglia corto l’esponente di Base Riformista. Anche Luigi Zanda, che prese il posto proprio di Marcucci come capogruppo al Senato, è decisamente molto critico verso il nuovo corso: “Credo che – spiega in un’intervista a La Stampa - sia molto rischiosa la tentazione di scivolare verso una ‘forma movimento’. I movimenti sono organizzazioni molto superficiali come pensiero, il dibattito è molto scarso, si preferisce il consenso acritico nei confronti del leader”. Inoltre, l’ex senatore è convinto che non basti parlare perlopiù di diritti civili ma “ora è il tempo di chiarire la visione del partito su economia, crescita e lavoro”.

Pier Ferdinando Casini, interpellato da Agorà su Raitre, ammonisce: “Schlein ha vinto facendo appello alle forze più dinamiche della sinistra. Però, prima o poi, anche lei si dovrà porre il problema di convincere una parte di elettori, che magari sono quelli che non incontra in piazza alle manifestazioni, ma che poi sono determinanti per far vincere una coalizione".

A restare profondamente delusa per le scelte della Schlein è stata soprattutto la componente cattolica che è stata lasciata completamente fuori dalla nuova segreteria. Speriamo che questa scelta non contraddica la natura plurale del Pd e, quindi, che la Schlein tenga conto di questa ricchezza interna”, dice il senatore dem Alfredo Bazoli, parlando con il Giornale.it. Il parlamentare Pd è convinto da sempre “che il Pd sia un grande partito popolare che al suo interno ha tante anime. Alcune volte può prevalere una cultura più laburista, altre volte più liberale”.

Ora è prevalente un’anima laburista-movimentista “ma – chiosa Bazoli - questo non significa che non vi sia spazio per le altre culture democratiche”.

Tralasciando temi caldi come il termovalorizzatore di Roma, dove le divisioni sono molto evidenti all’interno del mondo del Pd, non resta che constatare che l’unica possibilità per il Pd e per tutte le forze d’opposizione di centrosinistra sia ritrovarsi attorno alla mozione unitaria sul 25 aprile. Ancora una volta, il Pd e il centrosinistra nascondono le loro divisioni dietro all’ennesima e immancabile professione di fede antifascista.

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