Scommesse, Monti: "Chiudiamo il calcio per almeno tre anni"

All'indomani dello tsunami che ha sconvolto il calcio italiano, il premier lancia una proposta choc: "Sospendere il campionato". E Zamparini: "Sei indegno". Ecco cosa potrebbe accadere a giocatori e club coinvolti

Scommesse, Monti: "Chiudiamo il calcio per almeno tre anni"

All'indomani dell'ondata di arresti e avvisi di garanzia che hanno scosso il calcio italiano, nuovi pesantissimi particolari vanno ad aggiungersi alle accuse e ai sospetti sulle combine che avrebbero sfalsato l'andamento dei campionati: gli interrogatori, le intercettazione e le ricostruzioni degli inquirenti contenuti nell'ordinanza firmata dal gip di Cremona che ha disposto i nuovi arresti nell'inchiesta sul calcioscommesse danno un quadro desolante del nostro calcio. tanto che il presidente del Consiglio Mario Monti ha commentato che "ci vorrebbero due o tre anni di stop".

"Sono schifato, quanto ancora andrà avanti tutto questo? Non ne resterà altro che carta". In una intervista al Secolo XIX Giuseppe Sculli, indagato dalla procura di Cremona per la partita Lazio-Genoa, cerca di minimizzare. Il premier Monti parla, invece, si "profonda tristezza" lanciando un invito a tutti a guardarsi dentro. Sta di fatto che quello che ha colpito ieri il calcio italiano è stato un vero e proprio tsunami: diciannove persone in manette (c'è anche il capitano della Lazio Stefano Mauri), la perquisizione al ritiro della Nazionale, gli avvisi di garanzia all'allenatore bianconero Antonio Conte e all'ex bomber Bobo Vieri. Un'inchiesta che assomiglia sempre di più a Tangentopoli. E le "sorprese" che emergono dai verbali non sono ancora finite. In una informativa della polizia agli atti dell’inchiesta di Cremona, per esempio, emerge che il presidente del Siena Massimo Mezzaroma avrebbe chiesto ai suoi giocatori di perdere una partita perché voleva scommettere sulla sconfitta della sua squadra.

Incontri clandestini con gli ultrà, partite truccate, risultati sfalsati, summit con pregiudicati bosniaci, la longa manus degli "zingari". C'è un po' di tutto dentro alla seconda tranche dell'inchiesta sul calcioscommesse. "Nella stragrande maggioranza dei cittadini che non appartengono alla classe politica, categoria alla quale tornerò presto ad appartenere, c’è spesso la tendenza a localizzare tutti i mali nella politica - ha commentato Monti - la politica ha gravi difetti ma, come questo scandalo dimostra, non esiste quella separatezza tra politica e società civile". Per il presidente del Consiglio, quindi, è triste che lo sport si dimostri un concentrato di tutti gli aspetti più riprovevoli: dalla slealtà all'illegalità, dalla falsità alla demagogia. E, secondo Monti, in questi ultimi anni il calcio ha dato spettacolo con "fenomeni indegni: dalla lotta tra le cosiddette tifoserie, a ricatti pieni di omertà con giocatori che si sono inginocchiati di fronte alle curve per chi sa quale minaccia". Da qui la proposta di fermare tutto, di fare un passo indietro, di approfondire quanto è successo. Due o tre anni di stop. Un penalty per tutti quanti - club, giocatori e ultrà - per fare il mea culpa. "La soggezione ai poteri occulti - ha concluso Monti - non c’è evidentemente solo in certe parti d’italia".

La proposta di mettere in castigo il campionato di calcio non è certo piaciuta. Tanto che si è levato subito un coro di fischi e insulti. "Monti vergognati - ha tuonato il presidente del Palermo Maurizio Zamparini - sei incapace e ignorante". Con la sua proposta il presidente del Consiglio dimostra, infatti, di non sapere che ogni anno le società di calcio professionistiche versano ben 800 milioni di euro nell'erario pubblico.

"Il calcio professionistico non riceve un euro di fondi pubblici.

È finanziato da risorse provate e introiti commerciali. Versa 1.100 milioni l’anno all’Erario", ha detto Giancarlo Abete, aggiungendo che "i 64 milioni di contributo alla Figc sono per dilettanti, giovani, giustizia sportiva, settore arbitrale".

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