Il problema è che i milanesi la criticano sempre. Dicono di non volerci vivere, a Milano. I milanesi sono quelli che vanno due giorni a Firenze e immaginano quanto sarebbe bello vivere come nel Rinascimento, vanno un weekend a Roma e rimpiangono di non poterci abitare, stanno tre giorni a Palermo e vorrebbero subito trasferirsi, passano due settimane al mare (ovunque) e sognano di cambiare vita, lavoro, tutto. Ma soprattutto il milanese patisce il confronto con la capitale, o meglio con i romani: perché i romani sono il contrario preciso, i romani non vedono altro che Roma, caput mundi dall'eternità in avanti. Per i romani niente è come Roma, nessuna altra città ha un clima paragonabile, un cibo paragonabile, una bellezza, un cielo, una storia, delle serate, delle strade, dei locali, dei ciottoli, degli abitanti paragonabili.
Ecco, quando è arrivato in redazione Perché Milano è meglio di Roma - sottotitolo «Se ci devi vivere» (Mondadori) - un collega ha commentato: «Carino, questo libro di fantascienza» (indovinate da dove viene). È scritto da Micol Arianna Beltramini, milanese che ha già pubblicato 101 cose da fare a Milano almeno una volta nella vita, una innamorata della sua città, a differenza di molti altri abitanti, anche se la sua tesi è che, in realtà, la maggior parte dei milanesi ami Milano, solo senza saperlo. Per l'agnizione bastano - secondo la sua esperienza personale - un paio d'anni a Roma, non come turista nel weekend, ma lavorandoci e vivendoci. È così che Beltramini ha riscoperto Milano, l'ha rivalutata come la moglie tradita per l'amante appariscente, che lì per lì ti travolge, ma poi ti accorgi che è stato tutto un bluff. Perché lei era fra quelli che, al momento di partire per la capitale, era convinta di trasferirsi in paradiso. Macché. Ha capito che a Milano si vive meglio, per molte ragioni, almeno ventuno (luoghi comuni inclusi): per esempio Milano «è più educata» nel linguaggio, «è più elegante», «meno invadente», «meno accanita» (non «rosica», romanamente), «più esterofila», «si gira meglio» (su questo nessuno discute), «non è così stronza», «ha più senso civico», «è più tollerante», «è più fresca d'estate» (su questo c'è sconcerto).
Beltramini si è ri-innamorata della stessa città come quei mariti che si ri-innamorano della stessa donna che avevano sposato qualche decina d'anni prima e ora la vede così bella da immaginarla fra le grandi capitali civili del mondo, la paragona a New York come a tutti i milanesi piace fare e sognare, e un pochino qualche volta ci sta, qualche mattina di settembre baciata dalla fortuna; e poi intravede una certa impostazione British nei suoi concittadini, magari indifferenti ma corretti, con senso civico, tolleranti alla fine, che non amano esibire ma dentro ribollono. Come Milano, che heideggerianamente ama nascondersi e però qualche volta si scopre (specialmente se il marito ritorna nei paraggi di casa).
Il libro «di fantascienza» (come lo chiama il collega romano) è una provocazione, non è che ai romani debba piacere Milano e ai milanesi Roma o che una sia meglio dell'altra (i romani dissentono, ovvio), il fatto è che ai milanesi dovrebbe piacere Milano e dovrebbero imparare ad amarla e a esserne orgogliosi. Magari non proprio quanto i romani, che è impossibile, ma almeno per sfatare il mito che ci sia solo Roma, che sotto il suo sole perenne si stia divinamente, mentre nella nebbia perenne che circonda la Madonnina si stia malissimo, tanto che non si capisce come così tanti ci si trasferiscano, anziché scappare. E poi come addirittura qualcuno decida di tornare, e scrivere un libro per raccontare quanto può essere bello, vivere da milanese a Milano.
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«Perché Milano è meglio di Roma» di Micol A. Beltramini (Mondadori)
Il romanesco non è solo un dialetto: è un'anima. Secondo l'autrice, un po' troppo «spiccia»
Dice Beltramini che non c'è paragone, in fatto di eleganza, fra la capitale e Milano
Il «rosicare» tipico dei romani si contrappone al non volere problemi dei milanesi
Beltramini sostiene che Roma sia sì meno fredda in inverno, ma anche troppo calda in estate
Un punto su cui non c'è dibattito: l'efficienza dei mezzi pubblici e gli spostamenti nel traffico
I milanesi, anche secondo i sondaggi sarebbero più ottimisti e più dotati di senso civico
Milano non è così «bastarda», il milanese tende a essere più corretto, quasi «british»
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