Cronache

Sempre più meduse Invasione all'Elba: feriti cento bagnanti

Un tredicenne al pronto soccorso Ma le correnti le hanno già rispedite al largo. Ad attirarle sono   le nostre acque sempre più calde

Sempre più meduse Invasione all'Elba: feriti cento bagnanti

È andata male soprattutto a un tredicenne ricoverato al pronto soccorso per le numerose «scottature» di medusa, ma sono state decine le persone che hanno dovuto sottoporsi a cure, in seguito all'eccezionale proliferazione di celenterati avvenuta negli ultimi giorni all'Isola d'Elba, in corrispondenza della spiaggia delle Ghiaie. Ora la situazione è sotto controllo, le correnti hanno «spedito» al largo le meduse, tuttavia permane una certa apprensione, non solo fra chi sta facendo vacanza lungo la costa tirrenica.
Molte località italiane sono interessate da fenomeni analoghi, dove ogni anno le meduse sembrano aumentare sempre di più; a banchi si sono già presentate in Sicilia e in Puglia. Un luogo comune asserisce che sia indice di un mare pulito e «sano», ma molti scienziati nicchiano. La verità è che le meduse seguono un andamento biologico ciclico (che passa, cioè, attraverso vari stadi di sviluppo), tale per cui la loro sovrabbondanza nei mari dovrebbe essere periodica, e non costante come si sta verificando negli ultimi tempi (in particolare dal 2003 a oggi). Che succede? Secondo i ricercatori stiamo assistendo a due processi che agendo in concomitanza determinano ovunque un incremento di cnidari: la tropicalizzazione delle acque e il drammatico calo della fauna ittica. Il caldo attira nuove specie di celenterati dal Mar Rosso e dall'Atlantico, mentre la pesca forsennata sta spopolando il Mediterraneo dei predatori naturali delle meduse.
Gli esperti parlano di «crocevia biologico» indicando i nostri mari come il punto ideale di convergenza di numerose specie in transito verso habitat ritenuti più idonei alla loro sopravvivenza; negli ultimi venti anni, su cento nuove specie marine introdotte, novantotto sono tropicali, e fra queste spiccano anche varie meduse. E avanzano, dunque, funeree previsioni sul destino della biodiversità locale, mentre si parla già senza mezzi termini di «desertificazione» dei mari: secondo gli scienziati dell'Unione Intenzionale per la Conservazione della Natura (Icun), quarantatré specie di pesci sono a rischio di estinzione per via della pesca eccessiva, ma anche dell'inquinamento, e molte di esse si nutrono proprio di animali planctonici come le meduse. La conseguenza è inevitabile: mare pulito o meno, i celenterati crescono sempre di più, interferendo gravemente con la catena alimentare e arrecando sempre più danni a chi ama trascorrere le ferie al mare.
Oggi esistono ricette vecchie e nuove per tenere a bada le punture di medusa, tuttavia è bene scorgere al più presto l'eventuale insorgenza di difficoltà respiratorie, pallore e disorientamento, sintomi che dovrebbero indurre a sospettare uno shock anafilattico, potenzialmente letale. Esistono peraltro servizi online che offrono la possibilità di controllare in tempo reale lo stato delle nostre acque, per capire dove le meduse risultano particolarmente aggressive e come correre ai ripari in caso di contatto con un animale. Si basano sull'azione di un software che consente a chiunque di segnalare la presenza di cnidari nelle varie località turistiche del Belpaese e, dunque, a ogni bagnante di valutare il rischio di spiacevoli incontri.

Al momento sono state riconosciute con certezza undici specie (molte, invece, quelle non ancora passate al vaglio dei biologi), distribuite in modo irregolare lungo tutto lo Stivale.

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