Sette anni di cause per far togliere un palo pericoloso

In ballo per anni prima che mi venisse data ragione. Per un problema che si poteva risolvere in due ore

A ridosso della facciata della mia abitazione, veniva installato, nel settembre 1995, da una società incaricata dal Comune, un palo-lampione, quasi un invito per un agevole accesso ai balconi di casa.

Rimaste inascoltate le mie ripetute rimostranze, chiedevo al Tribunale, con ricorso in via d’urgenza, la rimozione del lampione, o, in alternativa, l’adozione di rimedi idonei a contrastare il pericolo d’intrusione nell’appartamento.

In data 14.12.1995, il Giudice accoglieva il ricorso e ordinava al Comune d’installare, sul palo in questione, punteruoli sporgenti, per contrastare l’accesso all’abitazione.

Veniva, quindi, iniziato il giudizio vero e proprio dinanzi al Giudice, chiamato a valutare, in via definitiva, i rimedi richiesti.

Disposta consulenza tecnica d’ufficio, dalla quale risultava evidente il pericolo denunciato, detto Giudice, con sentenza in data 29.6.2001, rigettava la domanda, volta a ottenere l’eliminazione del pericolo di un danno (ossia l’intrusione di estranei nella mia abitazione), sol perché il danno non si era ancora verificato.

In sostanza, la pretesa era stata dichiarata infondata perché, pur riconoscendosi, in astratto, un consistente pericolo di intrusione di malintenzionati nell’abitazione, si rilevava, in concreto (e aggiungo fortunatamente), che tale evento non si era ancora verificato. Solo quando, malauguratamente, l’intrusione fosse avvenuta, con tutte le conseguenze (anche le più gravi) pur prevedibili, allora, e solo allora, la domanda risarcitoria avrebbe potuto essere fondatamente valutata.

In data 18.4.2002, veniva proposto appello.La Corte, con sentenza del 1.7.2004, accoglieva l’impugnazione, lasciando alla discrezionalità del Comune la nuova ubicazione del palo, con l’unico limite che non fosse generatrice di danni per l’appellante.

Avevo ragione! Il Comune si è dovuto adeguare. Con ciò rivelando l’assoluta irrazionalità del suo comportamento: per nove anni l’Amministrazione si era opposta alla rimozione del palo, resistendo al giudizio.

Mentre, ponendo ad esecuzione la sentenza, il palo è stato rimosso in meno di due ore, sistemando i fili della corrente in apposito robusto passante e lasciando il lampione allo stesso posto, non più sostenuto dal palo, bensì sorretto da appositi sostegni affissi al muro del fabbricato. Così come, sin dall’inizio, era stato proposto e richiesto, sia pure in via subordinata.

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