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Centrodestra, si scioglie il Pdl

Il Cav conferma di non voler scendere in campo e apre al Monti-bis. "Pronto a rifare Forza Italia". E il web sta con lui: "Non lasciarci con Monti e Casini". Rivoluzione nel centrodestra, ma il Pd è messo peggio

Centrodestra, si scioglie il Pdl

Fantasie al galoppo dopo le dichia­razioni di Angelino Alfano e del­lo stesso Silvio Berlusconi a pro­posito del centrodestra. Sono ba­state alcune parole, peraltro non nuove, a eccitare il Palazzo. Parole che il Cavaliere va ripetendo da un po’ di tempo e che,riba­dite dal segretario, chissà perché hanno fatto un botto. È proprio vero che la politi­ca reagisce a scoppio ritardato.

L’ex premier costituisce un ostacolo alla creazione di un grande contenitore di mo­derati ( termine improprio per definire co­loro i quali non sono di sinistra)? Egli è pronto a farsi da parte. Chiamatelo pure sa­crificio. Il nocciolo della questione è che il fondatore di Forza Italia non si considera padrone del partito («se non gioco io, non gioca nessuno») e, pur di non spianare la strada agli avversari storici, non esitereb­be a retrocedere in seconda linea; il che non significa uscire di scena. Al contrario, Berlusconi continuerebbe a fare politica. Per farla non è necessario candidarsi alla presidenza del Consiglio.

Il discorso è più semplice di quanto ap­paia. Il Pdl è in crisi. Gli ex An premono per rimettersi in proprio. Gli ex di Forza Italia, pure. Bene. Si accomodino sotto il tetto che preferiscono, ma rimangano alleati. Poi c’è l’Udc in calo. Gli ultimi sondaggi la danno al 6 per cento, una catastrofe. Ov­vio, i suoi elettori inorridiscono all’idea che lui, Pier Ferdinando Casini, si fidanzi con Pier Luigi Bersani e Nichi Vendola, e fuggono verso altri lidi.Poi c’è Luca Corde­ro di Montezemolo, che aspetta e spera. Poi ci sono le truppe sparse in cerca di fissa dimora. Insomma, tutta questa gente allo sbando si renda conto di una cosa: o trova riparo nello stesso contenitore allo scopo di contrastare la resistibile ascesa dei pro­gressisti o è destinata a spiaccicarsi contro il muro.

Ecco, il contenitore proposto dal Cava­liere serve a questo: radunare le forze nel campo del centrodestra, dare a esse un veli­volo per correre alle prossime elezioni e non partire battute. L’imperativo è non consegnare il Paese nelle mani bucate dei progressisti. Poiché Silvio non è nato ieri, ed è consapevole di avere troppe grane in sospeso e troppi amici trasformatisi in «nemici» per spiccato senso dell’opportuni­smo, si dice favorevole a ritirarsi dietro le quinte, cedendo il posto ad altri personaggi in grado di sostituirlo. Ignoro se si tratti di altruismo, generosità o realismo. Sta di fatto che l’uomo non è quel satrapo quale molti lo hanno dipinto, ma guarda all’interesse dell’elettorato ostile alla sinistra e attualmente in difficoltà perché è ricco di voti, ma non sa a chi darli, in quanto nessun partito ­nella galassia litigiosa dei moderati - garantisce di farne buon uso, ora.

Tuttavia, se lo schieramento anti Bersani fosse capace di superare le divisioni, formando un unicum combattivo e animato dal desiderio di vincere, i cittadini potrebbero rinnovargli la fiducia. È un tentativo. Un modo per reagire al cupio dissolvi che si è impadronito del Pdl (e dintorni). Sortirà risultati soddisfacenti? Presto per dirlo.
Anche perché il progetto, per quanto convincente sulla carta, è ancora nella fase di elaborazione e non di esecuzione.

Quand’anche si procedesse in fretta per passare dalla teoria alla pratica, rimarrebbero degli interrogativi.
Primo. Si andrebbe alle urne con la legge elettorale in vigore? Se sì, chi si assumerebbe l’onore e l’onere di candidarsi a premier? Secondo. Mario Monti sarebbe d’accordo di rappresentare il centrodestra?
Terzo. Ci sono altri papabili in alternativa? Quarto. Montezemolo è stato sondato nel merito?
Quinto. Gianfranco Fini parteciperebbe all’iniziativa? Sesto. Sono state testate le potenzialità del contenitore e del contenuto? Settimo. Che ne sarebbe dei ministri tecnici oggi in carica?
Un’ultima considerazione.

Casini non credo abbia i titoli per guidare una coalizione come quella descritta: dall’alto, anzi dal basso, del 6 per cento della sua Unione di centro, al massimo è attrezzato per fare l’inquilino del condominio in costruzione e non l’amministratore.

Vi terremo informati.

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