Silvio punta all'en plein: "La volata è aperta Condannati a vincere"

Il centrodestra recupera terreno. Berlusconi rinfrancato dai sondaggi: "Se sono veri vuol dire che dobbiamo conquistare solo 2-3 punti". E ricorda: "Nel '94 Occhetto era convinto di batterci ma i fatti lo smentirono"

Silvio Berlusconi ospite di "Telecamere"
Silvio Berlusconi ospite di "Telecamere"

Roma - Forte dei sondaggi che lo danno in rimonta, Berlusconi riceve la carica dei suoi e a sua volta carica i suoi: «Ce la possiamo fare anche in questa occasione».
Lo dice a chi lo va a trovare a Palazzo Grazioli, in un weekend romano tutto dedicato alla campagna elettorale. Ancora interviste per ribadire quanto dice a quattr'occhi ai fedelissimi: «Pensavano fossi finito; pensavano fossi morto e invece...». In un colloquio con Domenica Live, il Cavaliere rievoca le vecchie battaglie nelle quali ha stupito tutti e sparge ottimismo per l'ultimo grande scontro: «Siamo sulla buona strada per recuperare tutti i nostri elettori del 2008 - assicura il Cavaliere - Ma anche per conquistarne di nuovi perché si saranno tutti accorti che un cattivo governo ha prodotto pessimi risultati». Quindi punta in alto, escludendo di giocare per un pareggio: «Ricordo che già in altre occasioni, e mi riferisco al 1994, venivamo dati per sicuri sconfitti. Riuscimmo ad arrivare primi battendo quella gioiosa macchina da guerra di Occhetto che aveva tanta sicumera. E nell'incontro con lui mi diceva “Sì, è un bravo ragazzo ma ormai la vittoria ce l'abbiamo in tasca noi”. Non andò così. Lo smentimmo». Poi l'altra grande performance del 2006: «Anche allora partimmo sfavoriti e ci davano sconfitti in partenza. In quella campagna elettorale recuperammo dieci punti».
Quindi uno sguardo alla situazione attuale: «Adesso abbiamo ancora sette/otto punti che ci dividono dalla sinistra. Vedremo i risultati dopo la trasmissione di Santoro. Qualcuno ha parlato addirittura di 5 punti guadagnati, a me sembra un dato fin troppo ottimistico. Ma se fosse vero vuol dire che siamo sotto solo di due/tre punti». E quindi la partita è ancora del tutto aperta: «Ci sono ancora 40 giorni di campagna elettorale, la volata è aperta. E siamo condannati a vincere». Sul tavolo ha gli ultimi sondaggi che parlano già di un 23 per cento, solo per il Pdl. Un ottimo risultato.
Naturalmente ieri il Cavaliere ha piacevolmente sfogliato il Corriere della Sera che, in prima pagina, riportava la notizia che secondo il sondaggista di via Solferino, Renato Mannheimer, Pdl e Lega sarebbero avanti in Lombardia, Regione chiave per la battaglia del Senato. «Si vede che stanno cambiando linea», è il commento solo in parte ironico che fa il Cavaliere ai suoi fedelissimi. A questo punto, se il centrosinistra dovesse perdere anche in un'altra Regione tra Campania e Sicilia, Bersani potrebbe dire addio alla maggioranza a Palazzo Madama. Un obiettivo assolutamente alla portata di Berlusconi e alleati. Già, gli alleati.
Il patto con la Lega si preannuncia vincente in termini elettorali anche se Maroni, per problemi interni con Salvini e Tosi, ha dovuto premere affinché fosse esclusa la candidatura del Cavaliere a Palazzo Chigi. Affare fatto: Berlusconi sarà capo della coalizione ma non candidato premier, sebbene nel simbolo ci sia scritto «Popolo della libertà. Berlusconi presidente». Un passo di lato che non costa fatica a Berlusconi che ha sempre ripetuto di non aspirare a quel ruolo. Ma sui ruoli di un eventuale esecutivo c'è tempo. Altri nodi attendono il Cavaliere.
In primis la questione delle liste e delle migliori candidature. Materia che rischia di creare non pochi mal di pancia a chi verrà escluso dalla corsa. Oggi si terrà un ufficio di presidenza e il Cavaliere in persona si occuperà delle migliori pedine da piazzare. Ma ancor prima, alle 11.30, Berlusconi incontrerà tutti i coordinatori regionali per fare il punto della situazione. Nel suo entourage c'è chi giura che le indiscrezioni uscite sulla stampa solo parzialmente verranno confermate.

Il pensiero di Berlusconi è il seguente: «Non posso fermare la rimonta candidando gente appannata. Serve un rinnovamento». Ma la strada è lunga: c'è ancora una settimana di tempo e verranno ponderate tutte le variabili, una per una. E l'ultima parola, ovviamente, spetta al Cavaliere e solo al Cavaliere.

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