A luglio, si sa, con le vacanze si vuol dimenticare stress, lavoro, crisi economica e quant'altro. Certo la cura Monti ha svuotato i portafogli e ormai pur di staccare, magari anche solo per il weekend, dalla vita di tutti i giorni ci si accontenta anche di un ombrellone e una piscinetta gonfiabile in balcone. Sarà per questo che la sinistra pensa a ben altri tipi di "viaggi". Intellettuali, politici, persino preti. Tutti a reclamare la legalizzazione della marijuana.
Ha iniziato Roberto Saviano, che dalle pagine de l'Espresso ha lanciato il suo appello per la legalizzazione della cannabis. Le sue argomentazioni partono da quello che da sembre gli è più caro: la lotta alla criminalità. "In situazioni di estrema necessità è possibile avviare un dibattito che può dare anche risultati virtuosi: sottrazione di guadagni e del mercato della marijuana alle organizzazioni criminali", ha scritto il guru dei sinistra (salvo poi buttarla in politica e accusare il centrodestra di metterci lo zampino). Gli aveva dato man forte persino Umberto Veronesi che, sempre su Repubblica, ha spiegato perché è a favore della legalizzazione delle droghe leggere.
Poi ci si è messo pure Don Andrea Gallo, che vorrebbe mettere "l'erba" nel pesto alla genovese. Una provocazione, certo, ma che è finita su tutte le pagine dei quotidiani. Non basta. Enrico Rossi, governatore della Toscana in quota Pd e da sempre sostenitore della legalizzazione, va oltre. A fine aprile la Regione ha infatti dato il via a una legge che permette l'uso a scopo terapeutico dei cannabinoidi.
Anche in questo caso il provvedimento resta poco più che una boutade visto che in Italia non ci sono farmaci a basi di cannabis autorizzati dal Ministero della salute. Eppure per il governatore è una piccola vittoria: il Consiglio dei ministri non impugnerà la legge, legittimando nei fatti l'idea di Rossi. Insomma, un'estate all'insegna della "maria".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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