Non ci vuole uno scienziato per capire che la crisi economica, con tutte le sue conseguenze drammatiche, deve essere la priorità assoluta per il Paese, per il governo, per i cittadini. Solo gli asceti possono vivere bene a pancia vuota ma con la mente che corre libera e gioconda sui sentieri dello spirito. Ma alla fame non siamo ancora, e l'uomo si distingue dagli altri animali mica solo per il pollice opponibile e l'andatura eretta. Abbiamo delle naturali, insopprimibili, crescenti necessità etiche, che nel corso dei millenni hanno reso l'homo sapiens un Uomo. Prima vincolati ai problemi della religione e della morale, i temi etici - ovvero quelli del Giusto nel comportamento umano - hanno sempre costituito il vero sviluppo dell'individuo e delle società. Insomma, la ricerca di ciò che è giusto fare o non fare è sempre urgente, in quanto indispensabile.
Dice, chi la pensa diversamente: «Va bene, va bene, d'accordo, ma i diritti dei gay o i problemi della buona morte, possono aspettare ancora qualche attimino, mentre buona parte della popolazione rischia di cadere in una povertà sciagurata e portatrice di altre sciagure». Ribatto che sì, però realizzare una società più giusta, più coerente ai tempi, che protegga meglio i diritti delle minoranze e la sacra libertà di ognuno, è un problema non solo altrettanto decisivo, ma la cui soluzione porterà al Paese anche quello slancio, quel dinamismo, quella voglia di fare e di cambiare che tanto ci mancano: se abbiamo l'impressione di vivere in un Paese ormai arretrato di decenni rispetto a quelli più evoluti, se i ragazzi non trovano lavoro e sognano l'estero (più che essere costretti a andarci), non è tanto per colpa del pil insufficiente, del debito pubblico e dell'Iva alta. È perché troppo a lungo ci siamo nascosti dietro urgenze di ogni genere prima di affrontare i grandi temi della convivenza civile, quella che ci fa con-cittadini.
Dice: «Eh, ma ora abbiamo pure il problema di non creare tensioni e divisioni in un governo di grande coalizione che deve essere unito per salvare l'economia». Bravi, ma è proprio la visione economica che divide di più destra e sinistra, in questi tempi di ideali spray, non sono certo l'etica e la morale. Basti pensare che i cattolici, ormai sono sparpagliati ovunque, che sono più a destra e a sinistra che al centro, e che proprio loro - più che un generico conservatorismo - sono l'ostacolo a decisioni fondamentali e indispensabili sulla bioetica e la sessualità, ovvero su questioni dove si lascia prevalere la fede sulla ragione.
Dice ancora: «Ma proprio di questo abbiamo paura, di creare spaccature da guerra di religione in una maggioranza di governo miracolosamente unita sul piano politico». Rispondo che vale la pena di rischiare, che se non si trova il coraggio di sfidare queste paure da manuale Cencelli del cambiamento, non si avrà neanche la forza di decidere sull'Iva e sull'Imu.
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