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Spese pazze, Chiodi si scusa: "Quella notte con la ragazza è stata solo una debolezza"

Il governatore accusato di aver favorito una ragazza dopo aver passato una notte con lei in un albergo romano: "Provo pure una grande amarezza"

Spese pazze, Chiodi si scusa: "Quella notte con la ragazza è stata solo una debolezza"

"Ho fatto un errore, una cosa che è finita lì, ma ora provo pure una grande amarezza, perché qui mi si vuol far passare per uno che ha fatto la cresta alle spese, che ha chiesto rimborsi che non gli spettavano e che si è approfittato in tutti i modi del suo ruolo pubblico, del suo potere". Il governatore dell'Abruzzo Gianni Chiodi respinge tutte le accuse. Non ci sta a finire nel tritacarne mediatico. E così decide di fare chiarezza: "Quello di cui si parla non era un concorso pubblico e che quella persona, che oggi prende 200 euro al mese per il suo incarico, io non l’ho mai favorita. Il suo curriculum, piuttosto, fu valutato da una commissione regionale di cui facevano parte pure i sindacati".

In una intervista al Corriere della Sera, Chiodi ammette apertamente che portare quella ragazza in hotel è stata una "debolezza". Una "debolezza" che però esclude qualsiasi aiuto o aiutino nell'ottenere l'incarico pubblico quadriennale alle Pari Opportunità alla Regione Abruzzo. Il governatore è accusato, al pari di altri 24 tra consiglieri e assessori, di truffa, peculato e falso nell'ambito dell'indagine sui rimborsi spese regionali. Stando alle carte dell’inchiesta dei pm di Pescara, Chiodi avrebbe passato la notte del 15 marzo 2011 in un albergo a due passi dal Pantheon in compagnia di una donna. Due mesi dopo il curriculum della ragazza verrà scelto, tra altri 22, per un incarico pubblico quadriennale alle Pari Opportunità regionali. La nomina arriverebbe dal dicastero del Lavoro. "Ho fatto un errore, lo ripeto, una cosa che è finita lì, ma ora provo pure una grande amarezza", si è sfogato Chiodi dalle colonne del Corriere della Sera.

Finito nel tritacarne mediatico, il governatore dell'Abruzzo è stato subito annoverato nella Casta che fa la cresta alle spese, che chiede rimborsi che non le spettano e che si approfitta della poltrona su cui siede. "Quello di cui si parla non era un concorso pubblico e che quella persona, che oggi prende 200 euro al mese per il suo incarico, 200 euro ho detto, io non l’ho mai favorita", assicura Chiodi ricordando che il curriculum della donna fu valutato da una commissione regionale di cui facevano parte anche la Cgil. "Voi immaginate che io possa andare dalla Cgil a chiedere di favorire una persona...", chiede increduto il governatore.

Nell'inchiesta sono rimasti invischiati diversi assessori. Da Mauro Di Dalmazio (Turismo) a Nazario Pagano (Salute), fino a Mauro Febbo (Agricoltura),. La procura pescarese ha messo sotto la lante d'ingrandimento un lungo elenco di hotel a cinque stelle, voli transoceanici e estratti della carta di credito regionale a troppi zeri. Nel calderone anche l’ex assessore alla Cultura Luigi De Fanis che mise a contratto la segretaria per fare sesso almeno quattro volte al mese. "No, vedrete, questa storia si sgonfierà come le altre - assicura l'assessore all’Agricoltura Mauro Febbo all'Huffington Post - non siamo mica una Giunta di mandrilli, anche se oggi, a Pescara, i colleghi mi prendevano in giro e mi dicevano: beato te che a casa non hai problemi, perché viaggiavi solo con tua moglie...

Oh beninteso: le spese di mia moglie erano sempre a carico mio".

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