Speziale denunciato in cella: "Si sente un eroe e fa il bullo"

In galera per l'omicidio dell'ispettore Raciti, l'ultrà ora si è guadagnato una denuncia per oltraggio

Speziale denunciato in cella: "Si sente un eroe e fa il bullo"

Agrigento - Nuovi guai in vista per Antonino Speziale il ventiquattrenne catanese in carcere per scontare una sentenza di otto anni, passata in giudicato, per l'omicidio preterintenzionale del poliziotto Filippo Raciti avvenuto nel febbraio del 2007 prima del derby di calcio tra il Catania e il Palermo. Il giovane che si trova al carcere «Petrusa» di Agrigento, è stato denunciato alla magistratura agrigentina con l'accusa di oltraggio a pubblico ufficiale. Il tutto si è verificato dopo qualche giorno dai fattacci di Roma dove l'ormai noto Gennaro De Tommaso, al secolo «Genny a carogna» aveva calmato la folla dei tifosi napoletani, sfoggiando una maglietta con la scritta «Speziale libero». Tutto ciò sembra avere galvanizzato, e non poco, il ventiquattrenne, che sarebbe stato gratificato di tutto questo interesse dagli ultras partenopei ma anche di altre tifoserie importanti, l'ultima delle quali quella tedesca del Borussia Dortmund. Una visibilità così vasta che avrebbe fatto assumere al giovane un atteggiamento non proprio consono con la disciplina carceraria. Tanto che il suo comportamento ha fatto scoccare la scintilla con il personale d'ordine del penitenziario. Speziale si trova in regime di media sicurezza, attentamente seguito dagli agenti di polizia penitenziaria. Il contrasto tra Speziale e il poliziotto è avvenuto durante un momento di vita comune. Dal carcere il direttore non ha voluto rendere noto cosa sia successo, ma il giovane è stato punito prontamente con 12 giorni di isolamento.

Nei prossimi giorni, Antonino Speziale, che è assistito dall'avvocato catanese Giuseppe Lipera, dovrà raccontare ai giudici i motivi dell'oltraggio a un pubblico ufficiale. Il papà di Antonino Speziale, Roberto, ha voluto raccontare la sua verità: «Mio figlio si è beccato una denuncia e quasi due settimane di cella d'isolamento per una sciocchezza. Nei giorni scorsi era stato convocato dal Tribunale di Catania per una udienza, per un'altra vicenda giudiziaria. È rimasto al tribunale etneo - continua Roberto Speziale - quasi l'intera giornata. Dopodiché, sempre tramite il cellulare della Polizia penitenziaria è rientrato al carcere di Agrigento. Mio figlio voleva farsi la doccia perché era sudato e sporco, così ha comunicato ai poliziotti che si sarebbe recava nel reparto docce. Uno dei poliziotti però gli ha negato l'autorizzazione, dicendo che per lavarsi c'era tempo. Mio figlio per tutta risposta ha preso l'accappatoio e si è recato ugualmente nel reparto docce. Ditemi voi se questo è motivo di denuncia e di isolamento». Da quando è arrivato al carcere di Agrigento, Antonino Speziale, ha ricevuto posta soltanto dai familiari e dai parenti stretti. «Nessun tifoso del Catania o di altri club - ha concluso papà Roberto - ha mai scritto due righe a mio figlio.

Se qualcuno lo ha fatto, non gli sono mai state recapitate. Quello che sta succedendo negli stadi, non solo italiani, è un semplice pensiero, l'esternazione di tanta gente che crede nell'innocenza di mio figlio. Antonino per me è stato sempre innocente».

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