Spread, Letta esulta per meriti che non ha

Differenziale sotto 200 per la prima volta dal 2011. Il premier gongola, per gli alfaniani non è più un "imbroglio"

Spread, Letta esulta per meriti che non ha

Lo spread inizia l'anno con un tuffetto sotto quota 200 e partono i caroselli di esultanza dei governativi. Compresi quelli che, come Angelino Alfano, quando facevano parte del Pdl erano concordi nel definire l'indice - fino a due anni e mezzo fa sconosciuto ai più - «un imbroglio». Oggi dalle parti di Forza Italia si continua a esser scettici nel dare peso al differenziale tra il rendimento dei Btp e quelle dei Bund tedeschi, mentre il vicepremier esulta scomposto: «Lo spread sotto i 200 punti è il migliore buon anno per gli italiani. Significa meno interessi da pagare e una tassa occulta in meno per le famiglie. Basterebbe questo per dire che abbiamo fatto bene a proseguire l'esperienza di governo».

Potere di un indice che segue logiche spesso esoteriche e che però i politici nostrani, soprattutto quelli eurodogmatici, dalla seconda metà del 2011 hanno eletto a oroscopo perfetto. Ieri l'indice è sceso per la prima volta dal luglio 2011 sotto quota 200, chiudendo a 197 punti. Meglio di noi la Spagna, con il differenziale Bonos-Bund ridotto a 192. Exploit dovuti più che alla flessione dei rendimenti dei buoni decennali italiani e spagnoli, all'aumento di quelli tedeschi, che ha rosicchiato il margine. In più sullo sfondo da mesi c'è la grande quantità di liquidità che droga i mercati rendendo meno selettivi gli investitori. Ragioni che poco hanno a che vedere con la fiducia internazionale nei Letta boys.

Eppure questi ultimi gioiscono come dopo un gol decisivo. Sentite. Il presidente del consiglio Enrico Letta: «È una grande notizia, il calo dello spread è frutto di un grande lavoro e soprattutto del sacrificio di tutti gli italiani, nessuno ha la bacchetta magica. Siamo sulla strada giusta». E poi: «Lo spread non è un dato statistico astratto, è una cosa molto concreta. Perché le cose sono andate male in Italia in questi anni? Sono tre anni che lo spread ballava attorno ai 400-500 punti e questo vuol dire aver buttato via una ventina di miliardi di euro soltanto per pagare interessi in più. Soldi che potranno essere usati per abbassare le tasse sul lavoro, per aiutare l'occupazione e in particolare l'occupazione giovanile, ma soprattutto questo renderà le imprese italiane più competitive». Il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni: «I mercati apprezzano l'operato del governo, il suo impegno per il mantenimento della stabilità dei conti e per l'avvio delle riforme, sia istituzionali che economiche». Il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi: «Se non cambiano le cose con lo spread a 200 punti risparmiamo 5-6 miliardi». Il ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello, che twitta: «Spread arrivato sotto quota 200, nuovo record! Meno tassi, meno spesa, meno tasse! La stabilità paga (anche in euro!)». Di Alfano abbiamo già detto.

Curioso che i più ansiosi di mettere il cappello sul mini spread siano gli esponenti di governo dell'Ncd, vale a dire i postberlusconiani che a fine 2011, quando il governo Berlusconi fu «licenziato» da Giorgio Napolitano proprio a causa dello spread schizzato a quota 575, denunciarono come tutto il Pdl l'uso strumentale se non addirittura complottistico dell'indice.

Lo ricorda oggi Luca D'Alessandro, deputato di Fi: «Sentire Alfano dichiarare che lo spread sotto i 200 punti premia la permanenza al governo dei “traditori” fa sorridere con una certa dose di commiserazione. Lo spread basso non è certo merito di questo governo. Sono le agenzie a stabilirlo in modo strumentale e lo stanno facendo anche oggi. Ecco, sempre per citare le parole di Alfano, “il grande imbroglio”».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica