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Sprechi alla Camera, 30mila euro in dolci e arance

RomaSul sito della Camera dei deputati lampeggia tra le notizie evidenti un motivo di vanto della legislatura che si sta concludendo: «Misure per la riduzione della spesa». E via con l'elenco: tagliati del 25% i costi per le locazioni, riduzione della dotazione annua di Montecitorio di 50 milioni, sessanta milioni di pagine stampate in meno. Eppure i costi rimangono esorbitanti agli occhi di un cittadino, e quella burocrazia che tanto si promette di tagliare continua a pesare sulle casse pubbliche. Tutte le spese (ancora) pazze della Camera sono state anticipate da un servizio di Tgcom24 di ieri. Spese esterne alla pura attività parlamentare, ovvero costi per «lavori, servizi, forniture, consulenze e collaborazioni». Totale 124 milioni di euro.
Gomme, graffette, merendine, corsi di lingue. Nonostante qualche sforzo, Montecitorio continua ad essere il luogo del benessere e della esagerata burocrazia. Nel 2012 la spesa per la cancelleria ha superato quota 665mila euro, con 1.200 euro di timbri e smalti solo nel secondo semestre. Le uscite per i toner delle stampanti arrivano quasi a quota 400mila (398mila euro), con 6.795 euro di spedizioni. Bandiere e stendardi vari sono costati 10.531 euro. Per le rilegature si è speso 74.651 euro, più di 384mila per la tipografia. Nessun risparmio sul cibo, pare. Solo per i dolciumi sono usciti dalle casse di Montecitorio 22mila euro. Nel dettaglio: 4mila euro di cioccolatini Venchi, 5.338 di prodotti Nestlè, e poi ancora 3.976 euro per forniture Baratti&Milano e 8.501 euro di dolci e caramelle Perfetti. Per la ristorazione sono stati spesi complessivamente nel 2012 4,8 milioni, di cui oltre 2 milioni per il servizio, esternalizzato. Tra le curiosità, oltre 8mila euro di arance fresche e 16.800 euro di macelleria. In questo elenco sono inserite anche le spese per i corsi di lingue dedicati ai parlamentari: 500mila euro, quasi mille euro a deputato.
Si prosegue poi con gli arredi: da giugno a dicembre del 2012 la valorizzazione degli interni di Montecitorio è costata oltre 196mia euro. Con il facchinaggio, questa cifra sale a 397mila 626. Ma per traslochi e facchinaggio questa voce nel primo semestre era schizzata addirittura a un milione 309mila euro. Sono stati acquistati impianti di condizionamento e termoidraulici per 1 milione e 495mila euro nel primo semestre e 905.654 euro nel secondo. Il totale supera i due milioni e mezzo. Per il vestiario sono usciti dal bilancio 185mila euro.
Spese informatiche a sei zeri. Per gli hardware sono stati investiti 1,2 milioni di euro. I software sono costati 4,8 milioni di euro.
Le consulenze professionali arrivano a 446mila euro. La parte del leone la fanno l'Università Cattolica del Sacro Cuore (136mila euro), l'Università La Sapienza di Roma (100mila) e quella di Tor Vergata (96mila). Le spese di locazione sono state tagliate, ma per gli affitti la Camera ha attinto comunque nel 2012 dal bilancio 25 milioni 496mila euro. Dopo il servizio televisivo andato in onda ieri, l'ufficio stampa di Montecitorio ha puntualizzato: le cifre fornite sono «aggregazioni strumentalmente operate con riferimento al complesso delle spese per il funzionamento dell'Istituzione parlamentare». Scorrendo le tabelle ufficiali, però, i numeri corrispondono esattamente a quelli enunciati dal servizio.

Si aggiunge che per quanto riguarda i corsi di lingue «una quota consistente dell'onere, pari, rispettivamente, al 30 e al 40 per cento, è a carico del deputato». Ma questo cambia poco la faccenda: i contribuenti pagano 500mila euro di corsi vari per i parlamentari.

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