RomaL'ossigeno per le imprese sta per finire. «Non c'è rimasto tempo, siamo vicinissimi alla fine». L'urgenza di Giorgio Squinzi è quella del medico che sta perdendo il paziente e rievoca scene di Pronto soccorso tv.
A Pier Luigi Bersani, che apre le consultazioni del pomeriggio ricevendo la delegazione di Confindustria, il presidente esprime l'«estrema preoccupazione per l'economia reale del Paese». Serve subito, sottolinea, «un governo stabile in grado di governare e che faccia appello agli uomini di buona volontà e alle forze che hanno voglia di ricostruire il Paese».
Squinzi, che ha già paragonato il quadro politico a un «thriller dell'orrore» e parla di «ultima sfida» per il sistema Italia, nella sala del Cavaliere della Camera lancia l'allarme. «Le imprese - spiega a Bersani - sono disperate, la disoccupazione è un problema che sta diventando tragico. Bisogna mettervi mano con priorità assoluta». Ricorda i dati del disastro: 3 milioni di disoccupati, il 12 per cento, con punte di quasi il 40 per i giovani. «Dobbiamo ridare una possibilità di lavoro e speranza ai giovani- insiste - per poter tornare a credere nel futuro del Paese». Confindustria, assicura il presidente, «è disponibile a dare il supporto necessario».
Ma Squinzi indica chiaramente al leader Pd l'agenda necessaria alla «terapia d'urto per i primi 100 giorni». Cominciando dal pagamento dei debiti della pubblica amministrazione, questione diventata ormai «drammatica» per le imprese. «Speriamo - dice il numero uno degli industriali - che sia portata avanti con incisività». Servono 48 miliardi e subito, non a rate con il contagocce, per «un'iniezione di liquidità nel sistema». E anche come «messaggio per tutti gli italiani e chi vuole investire». Perché «senza imprese che crescono è impossibile tornare a creare occupazione».
Ma non basta. Ecco altri due punti urgenti. Per il numero uno di Confindustria è «sicuramente necessaria» una rivisitazione della legge Fornero.
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