«Stamina, terapia pericolosa» Il ministro Lorenzin la blocca

«Stamina, terapia pericolosa» Il ministro Lorenzin la blocca

RomaNo alla sperimentazione del metodo Stamina: è inadeguato, insufficiente e potenzialmente pericoloso per la salute. «Questo è un annuncio che non avrei mai voluto dare, mi sarebbe piaciuto un epilogo diverso per dare una speranza alle famiglie dei malati - dice il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin -. Ma il Comitato Scientifico ha dato una valutazione negativa del metodo e nonostante fossero ammesse deroghe alla normativa sulle sperimentazioni non sussistevano i parametri per andare avanti».
Si può considerare chiusa così la tormentata vicenda Stamina? Assolutamente no. Davide Vannoni, presidente di Stamina Foundation, insieme ad un gruppo di associazioni di famiglie di malati promette addirittura di ricorrere alla Corte dell'Aja contro la decisione del governo, denunciando il ministro Lorenzin e il premier Enrico Letta per crimini contro l'umanità. E ci sono già altri due ricorsi pendenti presentati da Vannoni. Uno al Tar del Lazio contro il Comitato scientifico perchè composto, sempre secondo Vannoni, non da veri esperti di staminali ma da incompetenti pure prevenuti. L'altro ricorso invece pende presso il Tar della Lombardia ed è stato presentato contro la decisione presa dall'Aifa di bloccare la somministrazione della terapia Stamina presso gli Spedali Civili di Brescia, dove in realtà ci sono comunque 36 pazienti che stanno proseguendo le cure con il metodo Stamina. Cure imposte da una serie di sentenze di diversi tribunali mentre altri 120 pazienti hanno presentato ricorso e sono in attesa di risposta. Dunque in una struttura pubblica si continua a somministrare una terapia giudicata pericolosa per la salute dai massimi esperti del settore italiani e già bocciata più volte dalla comunità scientifica internazionale. Il ministro in attesa della sentenza dei giudici amministrativi lombardi, che dovrebbe arrivare in novembre, ha comunque già avviato un monitoraggio delle cartelle cliniche dei casi di Brescia. Incassato il parere negativo del Comitato Scientifico (composto da esperti dell'Istituto Superiore di Sanità, dell'Agenzia nazionale per il Farmaco e del Centro Nazionale Trapianti) la Lorenzin prima di procedere allo stop ha anche voluto chiedere quello dell'Avvocatura di Stato visto che l'avvio della sperimentazione era stato deciso dal Parlamento. La risposta è stata chiara: al ministro non restava che bloccare una sperimentazione giudicata pericolosa. Nonostante il decreto approvato dal Parlamento avesse previsto la possibilità di sperimentare il metodo “in deroga“ alle regole normalmente seguite comunque imponeva che i medicinali da somministrare fossero «preparati in conformità alle linee guida» previste dalle normative europee. «Non esiste una sperimentazione clinica senza che sia garantita la sicurezza del farmaco da sperimentare -spiega il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, Fabrizio Oleari -. A parere del Comitato non servivano modifiche migliorative ma l'impianto complessivo appariva carente rispetto a quanto ci chiedevano le normative». Motivazioni che Vannoni giudica «grottesche e ridicole», annunciando che all'estero ci sarebbero strutture interessate a portare avanti una sperimentazione del suo metodo. Con Vannoni 19 senatori del Pdl che contestano la decisione della Lorenzin «scritta sulla pelle di piccoli malati». Tra loro Anna Bonfrisco, Augusto Minzolini, Nitto Francesco Palma e Piero Longo.


Che fine faranno i tre milioni di euro accantonati per la sperimentazione? «Avrei intenzione di destinarli a sperimentazioni sulle malattie rare», annuncia la Lorenzin. E se alcune associazioni di malati promettono battaglia in difesa del metodo Stamina altre apprezzano che sia stata fatta chiarezza, come l'Associazione Luca Coscioni.

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