Stangata Imu, così il governo incoraggia gli affitti in nero

Alle stelle le aliquote sulle case in locazione. E tra i proprietari c'è chi si vede costretto ad aumentare i canoni per gli inquilini oppure a imboccare la strada dell'evasione

Roma - Italiani sfrattati dall'Imu di Monti. Il prezzo da pagare per affittare una casa rischia di essere insostenibile sia per il proprietario sia per l'inquilino che si vedrà inevitabilmente aumentare il canone. Per evitare la legnata il padrone di casa ha altre due strade, oltre a quella di far pagare l'aumento al locatario: o lascia la casa sfitta o, peggio ancora, la affitta in nero. Tra le vie da seguire per evitare di incentivare il nero poteva esserci quella ipotizzata dall'ex ministro dell'Economia, Giulio Tremonti: incentivi per chi affitta, in modo da sbloccare situazioni che in alcune grandi città sono ferme da anni. A quanto pare però Monti non ci ha pensato. Ha pensato soltanto a fare cassa.
I primi conti li hanno fatti i Caf della Cisl e Confedilizia. Quelli dei Caf riguardano circa 1,2 milioni di bollettini arrivati da 900 sedi e coprono il 18 per cento di tutti Caf. Riguardano lavoratori dipendenti e soprattutto pensionati, le due categorie che si rivolgono ai Caf. Se in media i cittadini hanno versato 84 euro per l'acconto prima casa e 161 per la seconda, nelle grandi città le cifre salgono vertiginosamente. Roma paga più di tutti gli altri: in media 170 euro, il 102 per cento in più rispetto alla media nazionale. Con il secondo acconto salterà il banco, visto che il Comune ha scelto di aumentare l'aliquota, al contrario invece di Milano che ha deciso di abbassarla rispetto a quella base del 7,6 per mille. Sempre per la prima rata dopo Roma viene Bologna, 140 euro ovvero più 67 per cento. Poi Genova, 107, più 27; Napoli, 105, più 25; Milano, 99 euro in media dunque il 18 per cento in più rispetto alla media. Ai palermitani è andata meglio: 54 euro, ovvero il 36 per cento in meno sulla media.
I romani sono i più tartassati anche per la seconda casa. I Caf ci dicono che la media nella Capitale è stata di 325 euro, ovvero anche in questo caso più 102 per cento rispetto alla media nazionale del versamento: 161 euro. Poi i bolognesi 309 euro, più 98; Milano, 224, più 39; Genova, 217, più 35; Napoli 206, 28 in più; Palermo 168, più 4 per cento. Quasi tutti i contribuenti, oltre il 98 per cento, hanno scelto di pagare in due sole rate. Soltanto l'1,6 ha scelto di dilazionare in tre rate, possibilità offerta soltanto per la prima abitazione. Perché? Con la dilazione in tre rate si passa da una media di 81 euro a 229 euro.
Sono i dati del ministero dell'Economia a confermare che un terzo dell'intero gettito Imu è garantito dall'1,2 per cento del totale dei Comuni, oltre 8mila. Da questo gruppo ristretto di Comuni arrivano oltre 3,2 miliardi di euro, il 33,8 per cento di tutte le entrate derivate dall'Imu. Dai primi dieci Comuni in classifica (Roma, Milano, Torino, Genova, Napoli, Bologna, Firenze, Bari, Padova e Verona) arrivano otre 2 miliardi di euro. I Comuni che hanno superato i dieci milioni di entrate sono 95; quelli che vanno oltre i 20 milioni 39; solo 20 superano i 30 milioni e 15 arrivano oltre la soglia dei 40 milioni. Oltre i 50 milioni 12 città: Roma, 776,3 milioni di euro, Milano 409,9 e Torino 202,7. Poi Genova, (129,1), Napoli (123,2), Bologna (103,5), Firenze (93,5) e Bari (65,3).
I dati di Confedilizia invece lanciano l'allarme sulla seconda rata Imu, in particolare per la case in affitto, soprattutto per i proprietari che hanno scelto il contratto libero. Ci sarà un rincaro anche dell'80 per cento in più rispetto alla prima rata, soprattutto in conseguenza della scelta fatta da molti Comuni di alzare l'aliquota base.
«L'effetto per le locazioni è fortemente scoraggiante - dice il segretario generale di Confediliza, Giorgio Spaziani Testa - c'è il rischio che le case rimangano sfitte». La più colpita come al solito è Roma, con Napoli e Perugia. Qui infatti i Comuni hanno deciso di alzare l'aliquota al 10,6 per mille contro il 7,6, base fissata dallo Stato.

Dunque se a Roma per la prima rata sono stati pagati 500 euro per la seconda se ne pagheranno 900. Milanesi più fortunati perché qui l'aliquota si abbasserà al 9,6 per mille e per le case affittate a canone concordato l'aliquota scenderà ancora fino al 6,5.

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