Economia

Stangata sulla casa, proprietari in rivolta

Confedilizia minaccia azioni eclatanti: scaricare l'aumento sugli inquilini a basso reddito. Sforza Fogliani: "Tasse triplicate"

Stangata sulla casa, proprietari in rivolta

Roma - L'aumento della fiscalità sulla casa potrebbe essere scaricata sugli inquilini a basso reddito; quelli che stipulano i contratti d'affitto a canone concordato. Sarebbe questa la risposta della Confedilizia e delle organizzazioni di categoria per protestare contro l'applicazione delle aliquote massime chiesta dai Comuni. E potrebbe anche venire disdetto il contratto collettivo previsto per i portieri. «La proprietà edilizia - sottolinea Corrado Sforza Fogliani, presidente della Confedilizia - ha tradizioni di ordine e rispetto della legge. Ma se la classe politica considera queste caratteristiche una debolezza, non c'è più dialogo». Le organizzazioni di categoria stanno pensando di applicare una norma introdotta nel 2002, ma mai applicata. La norma in questione dice espressamente che, «in caso di variazione fiscale sull'unità immobiliare locata», entro 90 giorni, una determinata commissione (composta dalle organizzazioni dei proprietari e inquilini) dovrà provvedere a stabilire il nuovo canone da corrispondere; aggiornato - appunto - con le variazioni del carico fiscale. Secondo la Confedilizia, se ai Comuni venisse concessa la possibilità di alzare dal 2,5 al 3,5 per mille l'aliquota Imu ed il governo rimuovesse il tetto massimo del 10,6 per mille (dato dalla somma dell'Imu e della Tasi), i proprietari di casa nel 2014 pagheranno 28 miliardi di euro, contro i 20 di quest'anno; ed i 9 miliardi dell'Ici del 2011. «Con un carico fiscale triplicato in quattro anni», commenta Sforza Fogliani. Da qui, la scelta di abbandonare i toni soft del passato, e ricorrere all'applicazione di una norma finora mai resa operativa da 12 anni. «È impensabile - sottolinea il presidente di Confedilizia - che la proprietà diffusa accetti senza reagire questa prospettiva, oltretutto aggravata dall'odiosità della discriminazione tra la grande proprietà speculativa e la piccola proprietà, a tutto favore della prima». È evidente che qualora la norma in questione dovesse essere introdotta, l'onere maggiore andrebbe a carico degli inquilini che (attraverso le organizzazioni di categoria) stipulano contratti d'affitto calmierati. Con la conseguenza che una simile raffica di aumenti scatterebbe nel bel mezzo della campagna elettorale per le elezioni europee. È per queste ragioni che Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato (Fi), osserva che «l'epilogo cui siamo giunti per la tassazione sulla casa è davvero inaccettabile. Se una associazione moderata e sempre rispettosa delle istituzioni come la Confedilizia arriva a ipotizzare azioni forti, vuol dire che si è superato il limite». Ed anticipa che Forza Italia sarà al fianco di chi «assumerà iniziative di contestazione. L'aggressione sulla casa - aggiunge - è la conferma che avevamo ragione quando al Senato votammo contro il governo. Come si fa a condividere una politica fiscale che triplica le tasse sulla casa, con chiaro danno per le famiglie?». Dello stesso tenore anche la presa di posizione di Daniele Capezzone, presidente (Fi) della commissione Finanze della Camera. «Alla stangata sulla casa, si aggiunge ora una doppia beffa: da un lato, l'aumento ulteriore delle aliquote Tasi, e dall'altro detrazioni di per sé teoricamente utili ma ancora dubbie soprattutto per l'origine delle risorse (nuove tasse?). Si realizza così - sottolinea - un attacco inaccettabile e un imbroglio ai danni dell'80% degli italiani, proprietari di una casa».

Con il rischio che le penalizzazioni vengano estese anche agli inquilini.

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