Le parole di Ilaria Salis sulla strage di Castel d'Azzano hanno stupito molti, soprattutto perché solo in un secondo momento, a seguito delle polemiche, l'europarlamentare ha speso un pensiero per i tre carabinieri uccisi. L'europarlamentare ha sostenuto la tesi dell'esistenza di "una campagna d’odio promossa dai soliti giornali — se così vogliamo definirli — e rilanciata dalle forze politiche di destra" a fronte delle critiche ricevute. Ma al di là delle critiche politiche, anche le forze dell'ordine si sono sentite toccate dalle sue parole e su Facebook è diventata virale la lettera di un carabiniere all'europarlamentare in cui, con educazione, spiega perché quel comunicato è stato oggetto di critica.
"Cara Ilaria Salis, ad appena 17 anni e 2 mesi, (1976) ero già in Sardegna, arruolato. Ho dedicato la mia gioventù, ho perso ferie, nottate, matrimoni di amici, funerali, domeniche, ferragosti. Ho perso colleghi, rischiato tutto per quattro soldi di uno stipendio che mai bastava, ho fatto carte che neanche il miglior avvocato, avendo io solo la 5^ elementare", scrive il carabiniere Gregorio Cortese nel suo lungo post. "Ho rischiato la vita molte volte (neanche i miei famigliari lo sanno, non lo sapranno mai), ho gioito insieme ai miei fratelli: sì, quelli che indossano la divisa, mentre quelli come Lei, signora Salis, col pugno chiuso a sinistra ed il portafogli a destra, agli scioperi mi tiravate pietre, mi insultavate, mi minacciavate di morte", prosegue il militare raccontando scene che, seppure lontane nel tempo del suo vissuto, sono estremamente attuali.
"Signora Salis, sa quante volte ho messo a rischio la mia vita per salvare quella di uno sconosciuto? Ho portato conforto a persone bisognose mentre il mio cuore e la mia anima dentro piangevano e sarei voluto scappare per evitare di soffrire il dolore di un altro. Signora Salis, molte volte, mentre tutti scappavano spaventati, col cuore in gola io correvo nella direzione opposta", racconta ancora il carabiniere nella sua lunga lettera aperta che ha toccato il cuore di molti. "Ho sempre perdonato chi sbagliava nei miei confronti. Mi sono preso sulle spalle responsabilità troppo grandi che non mi spettavano. Ho pensato che era giusto così, solo per aiutare un altro mettendomi nei suoi panni. Ho passato notti insonni, giorni lontani dai miei affetti senza fiatare, senza lamentarmi: solo per salvaguardare la sicurezza altrui", prosegue il militare.
Nelle sue parole c'è uno spaccato di vita di tutti i militari e forze dell'ordine, di ieri e di oggi, che hanno scelto di dedicare la propria vita a una divisa, che rappresenta lo Stato e la Repubblica, per tutelare la sicurezza pubblica di tutti.
"Cara signora Salis, un minimo di rispetto verso i colleghi morti e per i fratelli feriti nell'esplosione", chiede il carabiniere aggiungendo in conclusione, prima di firmarsi e rivolgendosi sempre all'europarlamentare: "Tutti i suoi soldi non potranno mai comprare un centesimo della nostra dignità. Il tempo sarà galantuomo".